Trump si gioca da diplomatico la partita con Putin, mentre dalla Fed può arrivare il via libera sui tassi. La stagione delle paure potrebbe essere archiviata, ma anche l’opposto è pericoloso
Dopo cinque mesi di narrativa catastrofista di media e presunti esperti, le cui previsioni sono state regolarmente smentite da robusti rimbalzi dei mercati, e dopo le sbandate emotive, temporanee e contenute, sulla strada del “toro” di Wall Street e delle altre Borse gli ostacoli ora restano davvero pochi. I due principali sono la geopolitica e la traiettoria della Fed, rimasta finora restrittiva nonostante il rallentamento dell’economia americana e un’inflazione non lontana dal target, anche se tenace, nella sua componente “core”. Sul primo fronte, il vertice tra Trump e Putin ha avviato un processo che ora deve passare i test cruciali del confronto con i leader europei e il presidente ucraino Zelensky, atteso già oggi alla Casa Bianca. Confronto che potrebbe proseguire eventualmente sul terreno concreto delle condizioni e delle garanzie per un accordo di pace. Sul secondo fronte, invece, l’appuntamento è a Jackson Hole in Wyoming, dove venerdì Jerome Powell parlerà al consueto summit delle banche centrali.
LA LETTURA SU WALL STRETT DI MERCATO E INVESTITORI
La lettura offerta finora da molti media del vertice in Alaska è stata simile a quella del recente vertice Trump-von der Leyen sui dazi. Ovvero una resa incondizionata dell’Europa al diktat americano, ma non condivisa dai mercati che hanno preferito vedere il bicchiere mezzo pieno del “peggio evitato”. E sono andati in rally. Ora, a parti invertite, la resa sarebbe stata di Trump che ha steso un tappeto “russo” ai piedi dello zar di Mosca. Vedremo se a Wall Street investitori e mercati la pensano allo stesso modo o preferiscono vedere il doppio aspetto positivo. Da una parte un Trump inedito e diplomatico che gioca a carte coperte e dall’altra l’avvio di un processo sicuramente complicato, che però se finisse bene potrebbe valere molto di più di un cessate il fuoco anche indeterminato. Il presidente Usa gioca sia in proprio, come deal maker, sia in conto terzi, come broker, con il compito di offrire a Zelensky, Putin e agli europei garanzie accettabili soprattutto in termini di sicurezza…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.