Il biglietto verde ai massimi da vent’anni su euro, yen e principali valute riflette un’avversione al rischio destinata a durare almeno un trimestre o due. Potrebbe aiutare la Fed e avvicinare la normalizzazione
I titoli di giornali e news tv sono tutti per l’euro, in calo di oltre il 10% da inizio anno contro dollaro e a un soffio dalla parità che non toccava dai primi anni 2000. Ma la moneta unica è in buona compagnia. Lo yen giapponese ha fatto ancora peggio e nel 2022 è sotto di quasi il 15% sul biglietto verde, mentre le perdite della sterlina britannica si cifrano vicino al 12%. Il protagonista è infatti il dollaro, dove cercano rifugio i capitali globali, con l’indice che ne misura l’andamento contro sei valute, Canada, Corona svedese e Franco svizzero oltre a euro, yen e sterlina, che da inizio anno ha segnato un balzo del 12% ai massimi di due decenni, dopo un rialzo del 7% nel 2021. Storicamente la moneta americana, che da 50 anni non è più ancorata all’oro, non è nuova a movimenti estremi, che sembravano essersi attenuati anche dopo gli shock della crisi finanziaria globale, di quella del debito europeo e della pandemia.
INDICE DEL DOLLARO CONTRO LE PRINCIPALI VALUTE DAL 1973
L’indice riproduce attualmente l’andamento ponderato del dollaro rispetto a euro (57,6% del paniere), yen (13,6%), sterlina (11,9%), dollaro canadese (9,1%), corona svedese (4,2%) e franco svizzero (3,6%). Fu creato con base 100 nel 1973 dopo l’abbandono degli accordi di Bretton Woods che ancoravano il biglietto verde all’oro…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.