La mappatura della catena di fornitura in base ai criteri ESG permette di valutare gli impatti ambientali e sociali e di sostenere le pratiche di buona Governance lungo l’intero ciclo di vita di beni e servizi
Riduzione delle emissioni, trasparenza lungo tutta la filiera e adozione di pratiche circolari. Sono alcune priorità chiave per i leader aziendali globali in relazione alla catena di fornitura emerse da una recente ricerca ‘Global Supply Chain Leader Survey’ condotta da McKinsey. In quest’ottica, l’Europa, che si propone di guidare la trasformazione delle supply chain globali, con le nuove norme comunitarie ha esteso le regole di rendicontazione degli aspetti non finanziari, sociali e ambientali, alle imprese con oltre 500 dipendenti, con successivo coinvolgimento di quelle con più di 250 dipendenti, includendo tutte le attività delle società, delle controllate e delle loro value chain.
I TRE OBIETTIVI PRINCIPALI
I tre gli obiettivi principali consistono nel promuovere condizioni di lavoro dignitose, garantire standard di vita adeguati e il benessere di consumatori e utilizzatori, e costruire comunità inclusive e sostenibili. “Anche i fornitori sono chiamati a partecipare a questa trasformazione, collaborando attivamente per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e accrescere il valore sociale, ambientale ed economico a lungo termine sul mercato per tutti gli stakeholder” sottolineano gli esperti di Etica Sgr, ricordando le due principali direttive in questo ambito: la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD)…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.