Il 74% degli intervistati considera le elezioni presidenziali statunitensi come un rischio medio-alto e molti temono che l’inflazione possa rialzarsi e influenzare la politica monetaria
L’inflazione sta tornando al target richiesto dalle Banche centrali, anche se con gli ultimi colpi di coda, e il rallentamento economico meno netto del previsto. In questo contesto l’idea di un atterraggio morbido si fa sempre più strada e il 73% degli strategist intervistati per una survey di Natixis Investment Managers ritiene che il rischio di recessione globale sia nullo (10%) o basso (63%). Permane un’incertezza generale, con il 74% degli intervistati che considera le elezioni presidenziali statunitensi come un rischio medio (37%) o alto (37%) nel secondo semestre (il 77% afferma che le elezioni sono importanti per i mercati). Il 60% ritiene che le elezioni statunitensi avranno più probabilità di impattare sul mercato che di sostenerlo, ma il 30% pensa che siano più un elemento disturbo che un segnale per i mercati.
PAURA DELL’INFLAZIONE
Tra i timori principali degli stategist intervistati da Natixis (30 esperti, tra cui 25 rappresentanti di 11 asset manager affiliati, 4 rappresentanti di Natixis Investment Managers Solutions e un rappresentante di Natixis Corporate & Investment Banking) c’è proprio l’inflazione, seguita dalla “politicizzazione” della Fed nel momento in cui deciderà di tagliare i tassi (47%). Soltanto il 7% del campione ritiene che la Federal Reserve raggiungerà il proprio obiettivo entro la fine dell’anno e il 40% teme che una sorpresa possa arrestare il rally del mercato. Il 77% teme che i tassi rimangano più alti a lungo, il 70% si aspetta due tagli dei tassi da parte della Banca centrale europea (Bce) nella seconda metà dell’anno, il 67% si aspetta due tagli da parte della Banca d’Inghilterra (BoE) mentre solo il 37% si aspetta lo stesso negli Stati Uniti…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.