Si va verso una recessione degli utili lunga ma mite, con i big che da Google a Microsoft si attrezzano per usare al meglio la leva potente dell’Intelligenza Artificiale e guardano anche alla nuova frontiera nucleare
La stagione delle trimestrali è alle battute finali in USA e si avvicina al termine anche in Europa, nel segno di una miglior tenuta dei margini da questa parte dell’Atlantico. Sull’altra si può invece ormai parlare di recessione degli utili, scesi in media del 3,7% per le società dello S&P 500, il secondo calo consecutivo, con il secondo trimestre del 2023 che punta a registrare un ulteriore -7%, secondo le proiezioni di Bloomberg Intelligence. Ma è una recessione sicuramente ‘mite’ anche se probabilmente sarà un po’ più lunga di quella invece violenta ma molto breve sofferta dopo la pandemia nel 2020. Inoltre, quasi l’80% delle società quotate a Wall Street ha battuto le attese, ma questo soprattutto perché gli analisti avevano prezzato una recessione degli utili più mordente di quanto poi fosse.
STIME DEGLI ANALISTI SEMPRE PRUDENTI
Di fatto, da quando la earning season americana è iniziata a metà aprile con i big del credito lo S&P 500 è sostanzialmente piatto e gli analisti continuano a stimare utili in lieve contrazione anche nel terzo trimestre, con le aziende che devono far fronte a tassi ancora alti e consumi in frenata. Per un recupero dei margini bisognerà probabilmente aspettare l’ultimo trimestre, e intanto sono in molti a tagliare l’occupazione a botte da decine di migliaia, dal retail al tecnologico. Ma questo non impedisce all’economia americana di continuare a creare posti di lavoro ben oltre le attese, come i 253.000 di aprile contro stime di 179.000. A livello di settori il grande vincitore del 2022, l’energia, passa nella colonna dei perdenti, i big tech stanno tornando alla grande, la ripartenza cinese a differenza dell’Europa ha avuto benefici limitati soprattutto a Las Vegas & Co, mentre per le banche il quadro è misto…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.