TwentyFour AM (Gruppo Vontobel), in un commento di George Curtis, rileva il miglioramento del quadro macro in Eurozona dove la volatilità dei titoli di Stato è stata inferiore a quella Usa, determinando una forte sovraperformance
La Bce inizierà quasi certamente il ciclo di riduzione dei tassi a giugno dopo che dati favorevoli sull’inflazione e chiare indicazioni del Direttivo hanno portato le probabilità a quasi il 100%, con ben poco in grado di farlo deragliare. Il principale ostacolo, sottolineato da Christine Lagarde già a gennaio, è rappresentato dai dati salariali del primo trimestre, ed ancora ad aprile ha citato la stretta correlazione con l’inflazione, ritenendo improbabile che nei servizi subisca un forte calo fino al 2025. A differenza degli Usa, i pacchetti salariali annuali o pluriennali sono molto più comuni in Europa, che di solito si traduce in una reazione ritardata sull’inflazione.
I SALARI RESTANO UN INDICATORE IMPORTANTE PER LA BCE
Per questo i salariali restano un importante indicatore per la Bce, sottolinea in un commento George Curtis, Portfolio Management, di TwentyFour Asset Management, perché determinarne con precisione la crescita è più difficile che in Usa. Le pressioni nel 2023 si sono moderate, ma sono rimaste comunque sopra il livello coerente con l’obiettivo di inflazione del 2%, con la componente salari e stipendi del costo del lavoro scesa al 3,3% nel quarto trimestre dal 5,1% precedente, mentre la crescita annuale del costo unitario del lavoro è scesa dal 6,5% al 5,8%. Anche la crescita dei salari negoziati, compresi le una tantum, è diminuita dal 4,7% al 4,5%…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.