Gli Stati Uniti importano dall’Asia la maggior parte di calzature sportive. Se Trump imporrà le tariffe anche ad altri Paesi, i margini potrebbero scendere dell’1% col rischio di una ricaduta sui consumatori
Oltre il 30% delle sneakers vendute negli Stati Uniti viene importato dalla Cina. Se si aggiunge il 29% che arriva dal Vietnam, emerge chiaro come più della metà dello sportswear che finisce nei negozi americani venga prodotto in quei due paesi. Ma ora con l’introduzione dei dazi sulla Cina e la possibile estensione ad altre nazioni come il Vietnam stesso, il rischio è che negli Usa le scarpe sportive possano diventare introvabili o costosissime. L’allarme viene lanciato da Robert Krankowski, Equity Research Analyst di Ubs, tenendo conto che il Made in Usa delle calzature è molto limitato e che le scorte delle scarpe da ginnastiche dei brand più importanti inizia già a scarseggiare.
PRODUZIONE IN AUMENTO IN VIETNAM
Secondo Ubs il rischio è proprio legato al possibile allargamento delle tariffe a quelle nazioni che negli ultimi anni hanno incrementato la produzione. Il Vietnam ha un notevole surplus commerciale rispetto agli Usa: a fine 2024 solo Nike aveva ben 71 fabbriche in quel Paese, Adidas ha spostato lì il 38% della sua produzione contro il 14% mantenuto in Cina, mentre Puma l’ha incrementata al 30%, sotto di poco rispetto a quella cinese. E poi ci sono Indonesia, Cambogia e India, tutti paesi da cui gli Usa importano sneakers. “Se le tariffe venissero estese – spiega Krankowski – le aziende potrebbero perdere l’1% dei margini, che per essere compensato vorrebbe dire aumentare il costo del prodotto finale a discapito degli americani”. Uno scenario che Ubs ritiene improbabile, vista la situazione attuale dei consumi negli Stati Uniti…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.