I tre pilastri della politica estera di Trump (ritorno all’egemonia regionale, dominio economico globale e dazi per influenzare gli esiti geopolitici) avranno impatti le cui implicazioni non possono essere ignorate dagli investitori
Gli obiettivi della nuova amministrazione Trump costituiscono una svolta significativa rispetto alla politica estera statunitense post-Guerra Fredda. In precedenza Washington si proponeva di mantenere l’egemonia globale degli Stati Uniti rimanendo aperta alla liberalizzazione economica, alla globalizzazione e al libero scambio. I tre pilastri della politica estera di Trump 2.0 (il ritorno all’egemonia regionale, il dominio economico globale e l’uso dei dazi per influenzare gli esiti geopolitici) avranno invece impatti diversi in Europa, Cina e resto del mondo. “Alleati e avversari degli Stati Uniti reagiranno probabilmente in modo molto diverso ad una politica estera “America First” rispetto al primo mandato di Trump” commenta Brij Khurana, Fixed Income Portfolio Manager di Wellington Management.
I POSSIBILI BENEFICI PER L’EUROPA
L’Europa, in particolare, potrebbe beneficiarne. “Se Trump agevolasse una rapida risoluzione della guerra Russia/Ucraina, i prezzi energetici europei potrebbero diminuire, aumentando la competitività industriale e consentendo di spendere i risparmi in eccesso accumulati negli ultimi tre anni in previsione di prezzi delle materie prime più elevati” spiega Khurana. In parallelo, l’Europa, pressata da Trump, potrebbe accettare di aumentare la spesa per la difesa e gli acquisti di una maggiore quantità di GNL statunitense…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.