L’aumento dei costi degli interessi governativi e il persistente basso livello delle entrate faranno crescere al 110% il rapporto debito/PIL negli Stati Uniti, mentre viene messo in discussione lo status del dollaro come valuta di riserva globale
Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato l’accordo sul tetto del debito pochi giorni prima del 5 giugno, data in cui il governo avrebbe potuto esaurire i fondi e sarebbe potuto andare in default per la prima volta nella storia del Paese. Un’intesa che permette di sospendere il limite di 31.400 miliardi di dollari eliminando temporaneamente la barriera di indebitamento del governo federale fino al 1° gennaio 2025. Questo consente al presidente Biden e al Congresso di accantonare la questione fino a dopo le elezioni presidenziali del novembre 2024.
UN ACCORDO CRUCIALE TRA DEMOCRATICI E REPUBBLICANI
Si è trattato di un accordo cruciale dal momento che il divario politico tra i partiti democratico e repubblicano sull’innalzamento del cosiddetto “tetto” del debito era tornato sotto i riflettori. “Molti investitori avevano ripreso a concentrarsi sul rischio che lo stallo sul tetto del debito potesse determinare un esito simile a quello verificatosi nel 2011, quando la politica statunitense era senza dubbio meno polarizzata rispetto a oggi” scrive Michael Medeiros, CFA, US Macro Strategist di Wellington Management…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.