All’inizio della settimana di Ferragosto, i mercati azionari europei hanno mostrato un andamento positivo, con gli investitori che attendono con ansia i dati sull’inflazione degli Stati Uniti. Questo fa seguito a una settimana di notevole volatilità del mercato.
Cosa è successo
La giornata di lunedì lascia intravedere una ripresa dei mercati dopo la flessione della scorsa settimana. Il Nikkei è rimasto chiuso per festività, una settimana dopo che l’indice è crollato del 12,4%. Il resto dell’Asia ha mostrato debolezza, anche se minore rispetto alle sessioni precedenti.
I mercati europei hanno iniziato la settimana di Ferragosto con una nota promettente: Milano, Madrid, Parigi, Francoforte e Londra hanno registrato dati positivi. Lo spread Btp Bund si è attestato a 144 punti base nelle prime contrattazioni.
Nonostante la settimana turbolenta, il mercato azionario ha chiuso venerdì scorso in rialzo, dopo un massiccio sell-off che ha portato il Dow Jones a perdere oltre mille punti a causa dei timori di una recessione incombente sull’economia statunitense. Il lato positivo è arrivato dai report trimestrali: Il 78% del 91% delle società dell’S&P 500 che hanno riportato i risultati di metà anno ha superato le aspettative di guadagno, secondo FactSet.
Perché è importante
Questa settimana si preannuncia ricca di dati macroeconomici, con i dati sull’inflazione negli Stati Uniti relativi al mese di luglio (previsti per mercoledì) al centro dell’attenzione. Questi dati faranno luce sulle possibili mosse della Federal Reserve nella riunione di settembre. Anche le vendite al dettaglio in Cina e il PIL giapponese sono in programma questa settimana.
I mercati azionari europei hanno aperto in cauto rialzo. La settimana di Ferragosto è caratterizzata da scambi ridotti, quindi anche piccoli movimenti degli indici possono portare a variazioni percentuali amplificate.
I futures sugli indici azionari europei erano positivi questa mattina, indicando un’apertura verde per i mercati azionari europei.
I prezzi del petrolio sono in moderato aumento, con il Brent ottobre che si avvicina agli 80 dollari al barile (79,86 dollari), in crescita dello 0,25%. Anche il WTI settembre è in rialzo, con un +0,44% a 77,18 dollari. Le tensioni in Medio Oriente si riflettono anche sui prezzi del petrolio.
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