L’indice dei prezzi delle spese per il consumo personale (PCE) ha continuato a diminuire a giugno, come previsto dagli economisti, continuando a sostenere l’ipotesi di un taglio dei tassi della Fed a settembre.
Il PCE – un paniere di beni e servizi che la maggior parte dei consumatori statunitensi acquista, comunemente indicato come l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed – ha registrato un aumento annuale del 2,5% il mese scorso, in calo rispetto all’impennata del 2,6% di maggio. Tuttavia, se si escludono i beni energetici e alimentari, il paniere si è mantenuto stabile rispetto al mese precedente.
Contemporaneamente, il ritmo di aumento dei redditi e delle spese personali è sceso più del previsto, indicando segni di debolezza della domanda.
Inflazione PCE di giugno, report sul reddito personale: i punti salienti
- L’indice dei prezzi PCE è sceso dal 2,6% su base annua di maggio al 2,5% di giugno. Secondo i dati di Tradingeconomics, questo tasso di inflazione PCE annuale è in linea con le previsioni del 2,5%.
- Su base mensile, l’indice dei prezzi PCE è aumentato dello 0,1%, rispetto alla lettura invariata precedente, rispettando le aspettative.
- Escludendo i prodotti alimentari e l’energia, l’indice dei prezzi PCE core si è mantenuto stabile al 2,6% su base annua a giugno, mancando le aspettative di un calo al 2,5%.
- Su base mensile, l’indice dei prezzi PCE è aumentato dello 0,2%, rispetto allo 0,1% di maggio, superando le aspettative.
- Il reddito personale ha registrato un aumento dello 0,2% rispetto a maggio, in calo rispetto al precedente aumento dello 0,4% su base mensile e al di sotto delle stime dello 0,4%.
- La spesa personale è aumentata dello 0,3% rispetto al mese precedente, anch’essa in calo rispetto allo 0,4% di maggio e al di sotto dello 0,3% previsto.
Reazioni del mercato
Prima del report sull’inflazione, gli operatori prevedevano il 100% di possibilità di un taglio dei tassi a settembre, secondo lo strumento FedWatch del CME Group.
Da qui a dicembre, sono previsti 64 punti base di tagli dei tassi, il che suggerisce almeno un’altra riduzione dei tassi dopo la riunione di settembre della Fed.
I dati sull’inflazione e sui redditi personali hanno provocato un leggero calo dei rendimenti dei titoli del tesoro venerdì mattina, con il rendimento a due anni, sensibile ai tassi, che è sceso di 2 punti base al 4,41%.
I futures azionari sono saliti durante il trading pre-market, con i contratti dell’S&P 500 in rialzo dello 0,8% e quelli del Nasdaq 100 in crescita dell’1,1%.
Giovedì l’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY) è sceso dello 0,5%.
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Foto via Shutterstock.