Il Governo dà il via libera a un imponente piano di assunzioni nella Pubblica Amministrazione, con 9.300 posti a tempo indeterminato autorizzati da un recente Dpcm. Questa è la più grande iniezione di organico degli ultimi anni, destinata a rivoluzionare il funzionamento di 33 amministrazioni centrali e a migliorare i servizi essenziali per cittadini e imprese.
Cosa è successo
Il Decreto del presidente del Consiglio autorizza l’avvio delle procedure concorsuali e le assunzioni vere e proprie, con una copertura finanziaria di circa 300 milioni di euro. Una novità importante riguarda la semplificazione delle procedure: la pubblicazione del bando è considerata come esercizio delle facoltà assunzionali, riducendo i tempi di attesa e superando le lungaggini burocratiche.
I posti autorizzati sono distribuiti tra numerosi enti, con l’Agenzia delle Entrate che guida la classifica con 1.272 nuove unità, seguita dall’Inps (1.305), dal Ministero della Difesa (2.424) e dal Ministero dell’Interno (550 nel 2025, più altri 1.072 fino al 2027).
Non mancano investimenti nei servizi culturali (550 posti) e nell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (210). I profili richiesti spaziano dai dirigenti e funzionari a professionisti tecnici, magistrati e operatori culturali.
Perché è importante
Questo piano assume un significato strategico: dopo anni di turn over ridotto e risorse scarse, si torna a investire in capacità e competenze. L’obiettivo chiarito dal Ministro Paolo Zangrillo è migliorare la qualità dei servizi pubblici, riducendo arretrati che da tempo affliggono settori chiave come fisco, giustizia e lavoro.
La semplificazione normativa associata alla regola del 75% di spesa per il personale cessato garantisce una crescita equilibrata e sostenibile dell’organico pubblico, evitando impatti finanziari insostenibili. La Pubblica Amministrazione non si limita più a tamponare emergenze ma pianifica una ripresa durevole sulla base di competenze digitali, giuridiche e tecniche essenziali per l’innovazione post-PNRR.
L’uscita dei bandi, prevista a scaglioni e favorevole a prove snelle e digitali, pone l’accento sulla necessità di preparazione mirata in materie come informatica, inglese e diritto amministrativo. Inoltre, oltre ai concorsi tradizionali, saranno utilizzati scorrimenti e mobilità, accelerando gli ingressi e favorendo continuità organizzativa.
In definitiva, questo piano è uno spartiacque per la Pubblica Amministrazione italiana, un passo che potrebbe segnare il ritorno a una macchina pubblica più efficiente e reattiva.
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Foto: Rawpixel.com/Shutterstock