Il condono edilizio torna a infiammare la scena politica con un emendamento alla legge di bilancio che riapre i termini della sanatoria del 2003, trasformando la Campania in un vero e proprio banco di prova elettorale. A pochi giorni dal voto regionale, la misura divide profondamente maggioranza e opposizioni, tra accuse di “voto di scambio” e promesse di “giustizia per chi ha seguito le regole”.
Cosa è successo
Il nuovo emendamento proposto in Senato punta a riaprire i termini del terzo condono edilizio, originariamente introdotto per regolarizzare alcune costruzioni realizzate entro marzo 2003. L’obiettivo dichiarato è sanare posizioni rimaste bloccate da cavilli o da leggi regionali più restrittive, come quelle applicate in Campania vent’anni fa.
La regione, all’epoca, aveva di fatto reso impossibile la regolarizzazione di migliaia di immobili, lasciando intere famiglie in un limbo burocratico. Oggi il centrodestra rilancia la promessa di sbloccare quelle pratiche, definendo la misura “una risposta alle richieste di legalità”. Ma non tutti dentro la coalizione sono d’accordo: una parte invita alla prudenza, ricordando la necessità di valutare “caso per caso” per non premiare chi ha costruito in aree a rischio.
Perché è importante
Le opposizioni leggono l’intervento come una mossa elettorale calcolata, pronta a trasformarsi in un referendum sul condono. L’ex presidente della Camera e candidato del centrosinistra ha definito l’emendamento “una promessa disperata di fine campagna”, insistendo sul fatto che il vero tema sia “il diritto alla casa e non l’ennesima sanatoria”.
Il dibattito, però, ha una portata che va oltre il voto. In una regione segnata da abusivismo diffuso, frane e alluvioni, la riapertura della sanatoria riaccende il confronto tra chi vede nel condono una forma di equità e chi lo considera una resa alla legalità.
Anche se l’emendamento potrebbe ancora essere modificato o ritirato, il suo impatto politico è già evidente: in Campania, la sfida sulla casa è diventata il simbolo del conflitto tra legalità, consenso e gestione del territorio.
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Foto: Robert V Schwemmer / Shutterstock
