Il debito pubblico italiano ha raggiunto un nuovo picco storico, toccando i 3.024,3 miliardi di euro a febbraio 2025. L’incremento di 42,6 miliardi rispetto al mese precedente segna un passaggio simbolico oltre la soglia dei 3.000 miliardi, mentre il governo stima per l’anno in corso un deficit al 3,3% del PIL, pari a circa 75 miliardi. Nonostante i numeri preoccupanti, segnali di fiducia arrivano sia dai mercati internazionali che dalle famiglie italiane, suggerendo una resilienza strutturale del sistema.
Cosa è successo
La principale spinta all’aumento del debito proviene dall’accumulo di liquidità da parte del Tesoro, cresciuta di 26,2 miliardi fino a raggiungere i 76,1 miliardi. Si tratta di una strategia preventiva per rafforzare le riserve statali in vista di possibili scossoni macroeconomici. Altri fattori includono il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (+15,7 miliardi) e movimenti tecnici minori (+0,7 miliardi).
Nonostante questo contesto sfidante, gli investitori esteri continuano a dimostrare fiducia nell’Italia: a gennaio hanno acquistato titoli di Stato per 10,7 miliardi di euro, portando le detenzioni totali a quasi 937 miliardi. Su base annua, le sottoscrizioni estere sono cresciute in linea con l’espansione complessiva del debito pubblico.
Anche le famiglie italiane stanno sostenendo attivamente il debito nazionale. I risparmiatori hanno investito 4,15 miliardi in nuovi titoli a gennaio, contribuendo a un aumento annuo di 45 miliardi. Il successo del recente Btp Valore Più, che ha raccolto ordini per quasi 15 miliardi, conferma la fiducia domestica.
Perché è importante
L’attuale livello di debito si traduce in un onere medio di oltre 51.000 euro a cittadino e 114.000 euro a famiglia, limitando fortemente la capacità dello Stato di intervenire su emergenze o lanciare nuovi progetti strategici.
Il governo ha scelto una linea prudente, non aderendo alla clausola ReArm, che avrebbe escluso le spese militari dal calcolo del deficit. Il ministro Giorgetti ha ribadito l’importanza del risanamento dei conti, rifiutando scorciatoie fiscali.
In un contesto complesso, il sostegno di investitori esteri e risparmiatori italiani rappresenta una base solida per affrontare le sfide future. Tuttavia, il peso strutturale del debito rimane una delle principali criticità per la stabilità e la crescita economica del Paese.
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