L’inflazione in Italia torna a crescere, con un aumento dello 0,6% su base mensile e dello 0,8% su base annua a gennaio 2024. Secondo l’Unione Nazionale Consumatori (UNC), questo rialzo si traduce in un aggravio medio di 532 euro annui per famiglia. L’aumento colpisce soprattutto le spese essenziali, incidendo maggiormente sui nuclei con redditi più bassi. Gli esperti sottolineano l’importanza di monitorare l’andamento dei prezzi per evitare ulteriori impatti negativi sul potere d’acquisto.
Cosa è successo
Secondo i dati preliminari dell’ISTAT, a gennaio l’inflazione ha registrato una crescita dello 0,6% rispetto a dicembre 2023 e dello 0,8% su base annua. L’aumento è attribuito principalmente ai prezzi dell’energia e di alcuni beni alimentari. Nonostante il rallentamento rispetto ai livelli del 2022, l’inflazione resta una preoccupazione per le famiglie italiane.
L’UNC ha calcolato l’impatto dell’inflazione sulle diverse fasce di consumo, evidenziando come le famiglie con spese più elevate subiscano rincari maggiori. Per una famiglia media, il costo aggiuntivo annuo è di circa 532 euro, con punte superiori per i nuclei più numerosi. I beni di prima necessità risultano tra i più colpiti, rendendo la situazione particolarmente gravosa per chi ha redditi fissi.
Anche il settore dell’energia ha contribuito all’aumento, sebbene con variazioni contenute rispetto ai picchi del passato. Il costo del gas e dell’elettricità rimane un elemento di instabilità, influenzando le spese domestiche. Le associazioni dei consumatori chiedono interventi per limitare gli effetti dell’inflazione sulle fasce più vulnerabili.
Perché è importante
L’aumento dell’inflazione riduce il potere d’acquisto delle famiglie, incidendo sulle spese quotidiane e sulla capacità di risparmio. Se la tendenza al rialzo dovesse proseguire, i consumatori potrebbero ridurre i consumi, con effetti negativi sull’economia nazionale.
Le famiglie a basso reddito risultano le più colpite, poiché destinano una quota maggiore del loro budget ai beni essenziali. Un’inflazione persistente potrebbe accentuare le disuguaglianze economiche e sociali, aumentando la richiesta di misure di sostegno governative.
Gli analisti suggeriscono che la Banca Centrale Europea potrebbe intervenire con politiche monetarie più restrittive se l’inflazione non dovesse stabilizzarsi. Tuttavia, un aumento dei tassi di interesse potrebbe frenare la crescita economica e penalizzare i mutui e i prestiti.
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