Settembre porta con sé alcune novità importanti per i pensionati italiani, tra accrediti anticipati, rimborsi fiscali e prospettive di rivalutazione in vista del 2025. Un mese dunque cruciale, che riflette non solo dinamiche tecniche ma anche il più ampio dibattito sulla sostenibilità economica delle pensioni in un contesto di inflazione rallentata.
Cosa è successo
Molti pensionati hanno ricevuto l’importo di settembre in anticipo rispetto alle attese, trovando già inclusi eventuali correttivi fiscali. In particolare, chi ha presentato il modello 730 entro luglio si ritrova negli assegni i rimborsi IRPEF spettanti, mentre per chi ha trasmesso la dichiarazione più tardi l’accredito slitterà a ottobre.
Nel frattempo, prosegue la gestione delle trattenute relative alle addizionali regionali e comunali, rateizzate da gennaio a novembre. Un meccanismo spesso percepito come “erosivo” dell’assegno, poiché riduce l’importo netto e condiziona il potere d’acquisto.
Guardando all’anno prossimo, la rivalutazione delle pensioni sarà decisamente più contenuta rispetto agli ultimi anni: per il 2025 è previsto un incremento poco sopra l’1%, contro l’8,1% del 2023 e il 5,4% del 2024. Come da normativa, ad essere maggiormente tutelati saranno i trattamenti minimi e le pensioni più basse, mentre l’adeguamento si ridurrà progressivamente per gli assegni più alti.
Perché è importante
Il quadro di settembre evidenzia un duplice impatto: da un lato la gestione puntuale di rimborsi e trattenute, che incidono mese per mese sul reddito disponibile delle famiglie; dall’altro le attese sulla rivalutazione, che condizionano le prospettive di medio-lungo termine.
Per i pensionati a reddito più basso, il meccanismo di protezione sugli adeguamenti resta un pilastro di equità sociale, ma per chi percepisce assegni medio-alti la rivalutazione più contenuta può tradursi in una riduzione significativa del potere d’acquisto nel tempo.
In questo scenario, le politiche fiscali e previdenziali assumono un valore strategico: dall’evoluzione dei consumi alla dinamica del lavoro, ogni elemento avrà ricadute sulla tenuta e sulla sostenibilità del sistema pensionistico.
Per i cittadini, la sfida è sapersi adattare a importi variabili, monitorando con attenzione non solo il calendario dei pagamenti, ma anche le scelte politiche ed economiche che orienteranno la sicurezza finanziaria dei prossimi anni.
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Foto: Chaylek/Shutterstock