Una decisione destinata a cambiare la quotidianità di milioni di italiani è arrivata senza polemiche né voti contrari. La Camera ha approvato all’unanimità — 254 sì — una proposta di legge che trasforma il conto corrente in un diritto universale, non più un favore concesso dalle banche.
Un primo via libera che ha un peso simbolico e pratico: nessuno potrà più restare escluso dal sistema bancario senza una motivazione chiara e documentata. Ora il testo passa al Senato, ma il messaggio è già forte: l’accesso al conto è un caposaldo della cittadinanza economica.
Cosa è successo
D’ora in poi, le banche non potranno rifiutare l’apertura di un conto corrente se non per motivi gravissimi — come il sospetto fondato di riciclaggio o terrorismo — e comunque non a loro discrezione. Il nuovo testo di legge prevede che, in caso di diniego, la banca debba fornire una spiegazione scritta entro dieci giorni, vincolata alle normative italiane ed europee sull’antiriciclaggio.
Anche per i conti già attivi cambia tutto. Non sarà più possibile chiuderli unilateralmente se presentano saldi in attivo. La norma risponde a una serie crescente di segnalazioni da parte di cittadini che si sono visti chiudere il conto senza preavviso o giustificazione — un disagio non da poco in un’epoca in cui tutto passa dal digitale e dal tracciabile.
La proposta è il frutto di un’iniziativa parlamentare trasversale. Il primo firmatario è Saverio Romano (Noi Moderati), ma la legge ha raccolto consensi da tutte le forze politiche. Una legge “per tutti” anche nel metodo, oltre che nel merito.
Tra le novità più significative, viene meno la possibilità per le banche di negare l’apertura per motivi come segnalazioni nel sistema Crif, spesso legate a semplici ritardi di pagamento. Un passo importante per separare la storia creditizia da quella bancaria di base.
Perché è importante
Per i promotori politici, il provvedimento è anche un atto di giustizia sociale. Matteo Salvini ha definito la legge “una battaglia storica della Lega”, mentre Romano sottolinea come finalmente “non si potrà più negare il conto anche per motivi banali”. Il Codacons accoglie con favore l’iniziativa, ma invita a tenere gli occhi aperti: attenzione ai possibili aumenti dei costi bancari.
Il monito arriva puntuale: oggi un conto corrente costa in media più di 100 euro all’anno. Se le banche saranno obbligate ad accogliere ogni cliente, potrebbero decidere di spalmare i costi del rischio su tutta la clientela, generando rincari generalizzati. Una nuova sfida per l’equilibrio tra inclusione e sostenibilità.
Non mancano le perplessità dal fronte bancario. Abi e Banca d’Italia avevano espresso riserve durante l’iter parlamentare, sottolineando come l’obbligo per legge possa comprimere la libertà contrattuale degli istituti di credito. Un tema delicato: il diritto di tutti non può trasformarsi in un automatismo cieco.
Una norma che, tra speranze e cautele, apre un nuovo scenario per il rapporto tra cittadini e banche. Ma il conto corrente — ora più che mai — non è solo un servizio: è una porta d’accesso alla piena cittadinanza.
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Foto: nongasimo/shutterstock