Negli ultimi anni, l’accesso alla proprietà immobiliare è diventato sempre più difficile in Italia, complice l’aumento dei prezzi delle abitazioni e la stagnazione dei salari. Secondo un recente studio, il numero di anni di stipendio necessari per acquistare una casa è in crescita, rendendo l’acquisto della prima abitazione una sfida per molte famiglie. L’analisi evidenzia differenze significative tra le città italiane, con alcune aree che richiedono un impegno economico molto superiore alla media nazionale. Questo fenomeno solleva interrogativi sulla sostenibilità del mercato immobiliare e sull’accessibilità della casa per le nuove generazioni.
Cosa è successo
Secondo l’indagine, in Italia servono in media 6,9 anni di stipendio per comprare una casa, con un aumento rispetto agli anni precedenti. Milano si conferma la città più cara, dove sono necessari ben 13,7 anni di reddito medio per un’abitazione di 80 metri quadrati. A Roma la situazione è leggermente migliore, ma comunque impegnativa, con un fabbisogno di 9,1 anni di stipendio. Anche altre città come Firenze e Bologna presentano valori superiori alla media nazionale, segnalando una crescente difficoltà nell’accesso alla proprietà.
L’aumento del numero di anni di stipendio necessari è legato alla crescita dei prezzi immobiliari, che negli ultimi anni hanno registrato rialzi consistenti. Questo incremento non è stato accompagnato da un analogo aumento dei salari, creando un divario che penalizza soprattutto i giovani e le famiglie a basso reddito. Inoltre, i tassi di interesse sui mutui, seppur in lieve calo rispetto ai picchi del 2023, restano elevati, rendendo il finanziamento dell’acquisto ancora più oneroso.
Un altro elemento chiave è la disparità territoriale: mentre Milano, Roma e Firenze risultano inaccessibili per molti, in città come Palermo o Genova il numero di anni di stipendio richiesti è inferiore alla media nazionale. Questo porta a una polarizzazione del mercato immobiliare, con aree dove la domanda supera di gran lunga l’offerta e altre dove il mercato risulta meno teso.
Perché è importante
Il crescente divario tra prezzi delle case e salari solleva preoccupazioni sull’accessibilità abitativa, spingendo sempre più persone a posticipare l’acquisto o a rinunciare del tutto. Questo fenomeno ha un impatto significativo sulle scelte di vita dei giovani, influenzando il numero di famiglie che riescono a stabilirsi in modo indipendente.
Inoltre, la difficoltà nell’acquistare casa potrebbe rallentare il mercato immobiliare, con un effetto a catena su diversi settori economici, dai mutui alle ristrutturazioni. Un mercato immobiliare poco accessibile rischia di limitare la mobilità lavorativa e di ridurre la domanda interna, elementi chiave per la crescita economica.
Infine, il divario tra le grandi città e le aree meno costose evidenzia una necessità di politiche abitative più equilibrate. Incentivi fiscali, agevolazioni sui mutui e interventi per stimolare l’edilizia residenziale potrebbero favorire un maggiore accesso alla proprietà e ridurre il gap tra domanda e offerta.
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