La Camera dei Deputati ha dato il via libera al Decreto Bollette con 155 voti favorevoli, 101 contrari e 5 astensioni. Il provvedimento, che ora passa al Senato per la seconda lettura, dovrà essere convertito in legge entro il 29 aprile. Il testo, dal valore complessivo di 3 miliardi di euro, punta a contenere l’impatto del caro energia su famiglie e imprese.
L’approvazione è arrivata dopo il voto di fiducia a Montecitorio, mentre le opposizioni continuano a criticare il decreto definendolo “inadeguato” rispetto alle necessità strutturali del Paese. Tra gli emendamenti accolti, figurano nuove misure di sostegno e semplificazioni per diversi ambiti.
Cosa è successo
Il decreto prevede l’introduzione di un bonus elettrodomestici che sarà erogato senza click day, ma direttamente tramite sconto in fattura. Viene inoltre prorogato il regime fiscale agevolato per le auto aziendali benzina e diesel, a condizione che siano ordinate entro il 31 dicembre 2024 e concesse entro giugno 2025. Confermata anche una nuova proroga delle tutele per gli utenti vulnerabili.
Per il 2025 è previsto un bonus una tantum da 200 euro destinato alle famiglie con ISEE fino a 25.000 euro, oltre a contributi diretti a imprese energivore e Pmi. Queste misure mirano a contrastare l’impatto dell’inflazione energetica e sostenere la tenuta economica del tessuto produttivo.
Importanti novità arrivano anche sul fronte delle comunità energetiche: potranno farne parte anche aziende territoriali per l’edilizia residenziale, istituti pubblici di assistenza, aziende per i servizi alle persone e consorzi di bonifica. Inoltre, viene chiarito il ruolo delle Pmi già partecipanti, anche se controllate da enti territoriali.
Perché è importante
L’estensione dei beneficiari nelle comunità energetiche apre la strada a nuove sinergie pubbliche per la produzione di energia rinnovabile locale, aumentando l’inclusività del modello.
Il bonus elettrodomestici con sconto diretto in fattura rappresenta un importante cambio di passo rispetto ai meccanismi precedenti, eliminando barriere burocratiche all’accesso.
Infine, il maggiore tempo concesso ad Arera – tre mesi invece di 30 giorni – per migliorare la trasparenza delle offerte energetiche nel mercato libero potrebbe favorire una scelta più consapevole da parte dei consumatori.
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