Le banche italiane registrano profitti record nonostante il consistente calo dei prestiti. Si tratta del nono trimestre consecutivo di questa tendenza.
Cosa è successo
I primi cinque gruppi bancari italiani hanno concluso il terzo trimestre del 2024 con un significativo aumento dei ricavi e degli utili. Tuttavia, il settore del credito ha registrato un ulteriore rallentamento. Nonostante la diminuzione dei tassi di politica monetaria e la contrazione dell’occupazione del 2,1%, gli interessi netti hanno registrato un forte aumento del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Secondo un’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl, si è registrata una riduzione del 3,8% su base annua degli impieghi netti dei pronti contro termine alla clientela, ovvero dei prestiti effettivi all’economia reale, alle famiglie e alle imprese. Questi dati non comprendono Bper, che non ha fornito informazioni in merito.
I prestiti bancari continuano a diminuire per il nono trimestre consecutivo, con una contrazione totale di oltre 94 miliardi di euro (-7,8%). Tuttavia, le banche significative a livello europeo hanno registrato un aumento del 3% negli stessi trimestri. Le commissioni nette contribuiscono ulteriormente alla crescita dei ricavi, segnando un aumento del 7% e rappresentando l’1% delle attività totali su base annua. In quest’area, le banche italiane si distinguono per una performance significativamente superiore alla media dei concorrenti europei, per quanto riguarda il peso delle commissioni sul totale delle attività.
Perché è importante
“Il calo del credito si sta consolidando come fenomeno peculiare del sistema bancario italiano. La contrazione degli impieghi da parte dei grandi gruppi non trova corrispondenza tra le banche significative del resto d’Europa. Si tratta di un segnale di allarme, data l’entità della riduzione e la persistenza del trend, che non può essere spiegato solo con il non brillante andamento del ciclo economico, cioè con la diminuzione della domanda di credito. Infatti, la situazione economica anemica riguarda l’intero continente. Ne consegue che la motivazione principale del preoccupante disimpegno delle banche dal credito – sottolinea il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani – consiste nell’aumento dell’avversione al rischio da parte degli istituti di credito”, ha dichiarato Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl.
La questione è ulteriormente evidenziata dalla Banca d’Italia, che nella sua pubblicazione mensile “Banche e moneta”, riporta che a settembre 2024 i prestiti al settore privato, corretti secondo la metodologia armonizzata del Sistema europeo di banche centrali (SEBC), hanno registrato una diminuzione dello 0,9% su base annua, rispetto al -1,5% del mese precedente. I prestiti alle famiglie sono diminuiti dello 0,4% sui dodici mesi, rispetto al -0,6% del mese precedente, mentre i prestiti alle società non finanziarie hanno registrato una contrazione del 2,4% rispetto al -3,5% del mese precedente.
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