Il mercato azionario italiano brilla e attira nuovi investitori: l’indice FTSE MIB ha superato quota 40.000 punti, mentre lo Spread BTP-Bund tocca i minimi dal 2021. Alla base di questo slancio ci sono segnali incoraggianti: una solida stabilità politica, una crescita economica superiore alle attese e un mercato del lavoro in salute. Questi fattori hanno anche spinto al rialzo il rating dell’Italia, contribuendo a rafforzare la fiducia internazionale.
Cosa è successo
Lo Spread tra BTP e Bund è sceso a 102,5 punti base, con un rendimento del decennale italiano al 3,6%, contro il 2,6% del Bund tedesco. Non si tratta del minimo assoluto dell’anno, raggiunto a marzo con 98,85 punti, ma segna comunque un miglioramento deciso rispetto ai 104,8 punti della chiusura precedente. Un calo che riflette maggiore fiducia nella tenuta finanziaria dell’Italia.
Il FTSE MIB ha superato la soglia psicologica dei 40.000 punti, chiudendo a 40.088 (+1,88% rispetto a venerdì), con una crescita del 17,6% da inizio anno. Questo risultato è legato all’appetibilità del mercato italiano in un contesto globale incerto, spinto da fattori come governance stabile e riforme in atto.
La crescita economica italiana è superiore a quella di altre economie europee, come la Germania. Nel primo trimestre 2025, il PIL è salito dello 0,3% congiunturale e dello 0,6% tendenziale. Inoltre, il mercato del lavoro mostra segnali positivi: a marzo 2025 l’occupazione è cresciuta dell’1,9% su base annua, con un calo dell’11,8% dei disoccupati.
Perché è importante
Il miglioramento del rating sovrano rafforza la credibilità del Paese. S&P ha promosso l’Italia a “BBB+”, citando una crescita prevista all’1% nel 2026 e l’attuazione del PNRR. Anche Fitch e DBRS mantengono un outlook positivo, segno di possibili upgrade nei prossimi mesi.
La riduzione dello Spread ha impatti diretti sui costi di finanziamento dello Stato. Minori interessi sul debito significano più risorse disponibili per investimenti e spesa pubblica, aumentando il margine d’azione per il governo.
Una finanza pubblica più stabile apre scenari favorevoli nel medio termine, anche in presenza di un elevato debito pubblico. Il rispetto delle regole UE e un quadro politico stabile potrebbero portare a una riduzione strutturale del debito entro il 2028.
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