Piazza Affari inverte la rotta a metà mattina, consolidando il recupero avviato in apertura e restituendo fiducia anche al risparmiatore più prudente. Alle 10:20 il FTSE MIB si mantiene in area 39.970 punti (+0,53%), dopo aver superato in avvio la soglia psicologica dei 40 mila; il FTSE Italia All-Share avanza di circa lo 0,55%. Lo spread BTP-Bund resta sotto i 90 punti base (intorno a 89 pb) con il decennale italiano vicino al 3,6%, mentre l’euro scambia sotto 1,16 dollari (area 1,158). A guidare la seduta sono soprattutto Prysmian, STMicroelectronics e Stellantis; realizzi invece su alcuni bancari tra cui Popolare di Sondrio.
Cosa è successo
Secondo SoldiOnline, le principali piazze del Vecchio Continente stanno recuperando parte delle perdite accumulate nella seduta precedente. In avvio il FTSE Italia Mid Cap è salito di circa lo 0,9% e il FTSE Italia Star di circa l’1,0%, segnale di appetito su small e mid cap. Anche il FTSE Italia All-Share ha segnato un progresso di ~0,55% in scia al +0,53% del FTSE MIB: un primo sospiro di sollievo per un mercato rimasto nervoso fino al close di ieri.
I listini statunitensi hanno chiuso ieri in verde (seduta del 16 luglio): il Dow Jones ha segnato +0,5% a 44.254,78 punti, l’S&P 500 +0,3% a 6.263,70 e il Nasdaq Composite +0,3% a 20.730,49, con un rimbalzo dopo la volatilità innescata dalle parole di Donald Trump sulla Fed. In Oriente, Tokyo ha chiuso con un progresso dello 0,6% a 39.901,19 punti; nel corso della seduta il Nikkei ha oscillato in un range indicativo compreso tra 39.370 e 39.911. Un sentiment globale che ha fatto da cuscinetto all’apertura milanese.
Sul fronte delle commodity e degli asset di rischio, Bitcoin oscilla in area 118.000 dollari (range intraday ~117.7k‑119.2k), pari a poco più di 101.000 euro al cambio corrente; la criptovaluta sta mostrando qualche segnale di raffreddamento dopo i recenti massimi. Nel frattempo il differenziale tra BTP e Bund resta sotto la soglia psicologica dei 90 punti base e il rendimento del decennale italiano si aggira attorno al 3,6%. Anche l’euro mantiene tono debole sotto quota 1,16 dollari.
Tra i titoli, Stellantis consolida il rimbalzo e tratta in area 8,15 € (+~1,7/2% intraday) dopo la correzione della vigilia; il comparto bancario resta sotto i riflettori con Popolare di Sondrio in lieve flessione intorno a 12,00 € (‑~0,5%). Sul fronte tech, STMicroelectronics avanza di circa il 3% a ridosso di 27,7 €, mentre Prysmian corre di oltre il 3% verso i 63 €. Sull’Euronext Growth Milan, il debutto di TECNO prosegue in denaro nelle prime battute, con scambi intorno a 3,10 € e un progresso di circa il 5% rispetto al prezzo di collocamento.
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Perché è importante
Il rally della mattina si inserisce nel pieno delle serrate trattative UE‑USA sui dazi, con incombente la minaccia di tariffe statunitensi (fino al 30%) su un ampio paniere di prodotti europei a partire dal 1° agosto: tra i settori sotto osservazione figurano tecnologia/semiconduttori, farmaceutici, auto e beni industriali. Le conversazioni a Washington guidate dal commissario europeo Maroš Šefčovič cercano di scongiurare l’impatto più duro; nel frattempo i commenti di Trump su possibili misure anche su farmaci e chip mantengono elevata la tensione.
Sul fronte valutario, l’euro/dollaro mantiene un atteggiamento cauto sotto 1,16 (-circa 0,5% vs il riferimento precedente), mentre gli operatori attendono le prossime scadenze macro: Advance Retail Sales USA (giugno) in uscita oggi 17 luglio alle 08:30 ET, richieste settimanali di sussidi di disoccupazione (rilascio odierno), la bilancia commerciale giapponese e i dati completi sui prezzi al consumo dell’Eurozona (HICP di giugno) attesi oggi. Questi numeri potrebbero restituire direzionalità al mercato.
In parallelo, i riflettori restano sul versante corporate: prosegue l’OPS volontaria di UniCredit su Banco BPM, con adesioni ancora contenute e ipotesi di richiesta di proroga/slittamento in circolazione sul mercato. Nel tech europeo, STM è sorvegliata speciale dopo il warning di ASML sulla crescita 2026 legato all’incertezza tariffaria e a valle dei conti record di TSMC per il secondo trimestre 2025, che tengono alta la sensibilità del comparto semiconduttori. Una serie di fronti aperti che ricorda quanto la spinta ai massimi dipenda da un gioco d’equilibrio tra notizie e numeri.
Sul lungo periodo, lo studio Confindustria‑ENEA stima che il ritorno del nucleare potrebbe aggiungere fino al 2,5% al PIL italiano e creare fino a 120.000 nuovi posti di lavoro, rafforzando l’indipendenza energetica. Per il presidente Orsini, non si può rinunciare né alle rinnovabili né all’atomo se si vogliono coprire consumi previsti in crescita da ~300 TWh oggi a ~600 TWh al 2050. Un dibattito che pone le basi per lo sviluppo delle filiere industriali e potrebbe influenzare, nel tempo, la traiettoria dei titoli energia e infrastrutture.
Immagine creata con l’ausilio dell’IA
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