Le azioni Tim continuano a mostrare debolezza a Piazza Affari, attestandosi intorno a 0,41 euro con un leggero calo dello 0,36% nella giornata del 29 agosto, dopo il forte crollo indotto dalle dichiarazioni del CEO di Iliad, Thomas Reynaud, che ha escluso un consolidamento o fusione con Tim sul mercato italiano delle telecomunicazioni. Nonostante la flessione, alcuni analisti ritengono che la partita non sia ancora definitivamente chiusa, mantenendo aperto uno scenario di possibili sviluppi nel settore.
Cosa è successo
Il 28 agosto il titolo Tim ha perso l’8,8%, seguito da un ulteriore calo nella giornata di oggi, anche se più moderato, ma toccando comunque un minimo intraday di 0,3977 euro, una soglia psicologica di notevole importanta. La causa scatenante di questa ondata di vendite è stata la netta presa di posizione del CEO di Iliad, Thomas Reynaud, che ha dichiarato che non ci sono colloqui in corso con Tim da aprile 2025 e che non riprenderanno, escludendo così la possibilità di una fusione o consolidamento con l’operatore italiano.
Il gruppo francese, invece, ha confermato l’interesse per altre opportunità di aggregazione, come un possibile riassetto del mercato francese con Sfr, lasciando l’Italia fuori da questa strategia. Questo ha creato un clima di incertezza forte a Piazza Affari, penalizzando il titolo Tim che già in agosto aveva fatto registrare una crescita che probabilmente incorporava aspettative di accordi di breve termine.
Anche alcuni analisti, come Oddo Bhf, hanno abbassato il rating sul titolo, giudicando più basse le probabilità di consolidamento nel mercato italiano tlc. Tuttavia, Banca Akros e Bloomberg Intelligence mantengono una valutazione più aperta sulla possibile ripresa delle trattative per le sinergie e la gestione della quota di mercato di Iliad in Italia.
Perché è importante
La frenata nelle trattative tra Tim e Iliad ha implicazioni rilevanti per il settore tlc in Italia, confermando un mercato che resterà frammentato tra quattro grandi operatori: Tim, Vodafone-Fastweb, Iliad e WindTre. Questo scenario potrebbe mantenere alta la pressione competitiva sui prezzi e limitare le possibili sinergie offerte da fusioni o consolidamenti.
Per Tim la mancata intesa con Iliad fa salire la necessità di puntare su altre strategie di crescita e di integrazione, come l’allineamento con Poste Mobile, che potrebbe rappresentare una via alternativa. Inoltre, gli analisti sottolineano che il titolo Tim rimane fortemente scontato rispetto ai competitor europei di settore, con un potenziale di recupero interessante.
Infine, la situazione evidenzia come le dinamiche internazionali e i piani di Iliad in Francia possano influenzare in modo determinante le scelte strategiche sul mercato italiano, lasciando aperta la possibilità che la partita possa riaccendersi in futuro, soprattutto davanti a pressioni commerciali e opportunità di sinergie, secondo Bloomberg Intelligence.
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