Un accordo storico è stato firmato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy tra Beko Europe, il Governo, le Regioni e le parti sociali. Il piano prevede un investimento da 300 milioni di euro per rilanciare la competitività e la sostenibilità degli stabilimenti italiani, un tempo appartenenti ai gruppi Merloni e Whirlpool. L’intesa, approvata dall’88% delle assemblee dei lavoratori, segna una svolta strategica nella presenza industriale di Beko in Italia. La transizione sarà guidata da un impegno condiviso tra istituzioni, azienda e sindacati.
Cosa è successo
L’accordo mira a una profonda riorganizzazione degli stabilimenti sul territorio nazionale. A Cassinetta di Biandronno (VA) andranno 136 milioni di euro per potenziare la produzione di forni e frigoriferi da incasso, oltre a interventi energetici per 8,5 milioni. Melano (AN) diventerà l’hub europeo per i piani cottura, grazie a un investimento da 62 milioni, con 1,5 milioni dedicati all’efficienza energetica.
A Comunanza (AP) saranno destinati 15 milioni per lo sviluppo industriale e 3 milioni per interventi green, mentre Carinaro (CE) continuerà come centro per ricambi e rigenerazione con un piano da 5 milioni. Lo stabilimento di Siena, invece, cesserà l’attività entro fine 2025, ma sarà oggetto di un progetto di reindustrializzazione per garantire la continuità produttiva.
Il piano comporta 1.284 esuberi, che Beko e i sindacati hanno assicurato saranno gestiti senza licenziamenti traumatici. Verranno utilizzati ammortizzatori sociali conservativi, uscite volontarie e buonuscite fino a 90.000 euro per i lavoratori over 50 non pensionabili. I sindacati definiscono l’intesa come “un primo tempo vinto”.
Perché è importante
Il piano di Beko rappresenta un’importante operazione di rilancio industriale per l’Italia, rafforzando il ruolo del Paese all’interno della strategia europea del gruppo. Il Governo ha definito l’accordo “storico” per la sua capacità di coniugare innovazione, sostenibilità e occupazione.
La scelta di investire massicciamente nei poli italiani mostra come il Made in Italy possa ancora essere motore di sviluppo industriale, anche in un contesto competitivo complesso segnato da concorrenza sleale e tensioni globali. Il coinvolgimento attivo delle parti sociali ha garantito un percorso condiviso e inclusivo.
Infine, la visione strategica di Beko e Koç Holding conferma la centralità dell’Italia nelle loro attività globali. Questo accordo è il frutto di un equilibrio tra interessi industriali e territoriali, gettando le basi per una seconda fase decisiva nel percorso di rilancio.
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