La holding lussemburghese di Francesco Milleri approva un bilancio straordinario e conferma il suo ruolo da protagonista nel riassetto del sistema finanziario italiano, dall’operazione Mps-Mediobanca alla strategia di valorizzazione delle partecipazioni industriali.
Cosa è successo
L’assemblea dei soci di Delfin, tenutasi a Lussemburgo sotto la presidenza di Francesco Milleri, ha approvato il bilancio 2024 con numeri che confermano una crescita eccezionale. I ricavi da dividendi hanno raggiunto oltre 1,144 miliardi di euro, in aumento del 29% rispetto al 2023, mentre l’utile netto si è attestato a 1,393 miliardi, più che raddoppiato rispetto all’esercizio precedente.
Il valore complessivo del portafoglio di asset supera oggi i 55 miliardi di euro, con un incremento del 31% sul 2023. La holding detiene partecipazioni strategiche in EssilorLuxottica, Generali, Covivio, Mediobanca e Monte dei Paschi di Siena.
Negli ultimi mesi, Delfin ha giocato un ruolo cruciale nell’opa di Mps su Mediobanca. Con una quota del 17,53% in Mps, insieme a Francesco Gaetano Caltagirone (10,26%), la holding ha garantito il consenso necessario all’operazione e ha facilitato il passaggio del controllo, assicurando stabilità e governance al nuovo corso di Mediobanca.
Perché è importante
I risultati di Delfin rappresentano un segnale di solidità e visione strategica nel panorama finanziario italiano. Dopo la scomparsa di Leonardo Del Vecchio, la holding ha mantenuto la continuità gestionale sotto la guida di Milleri e dell’amministratore delegato Romolo Bardin, rafforzando il proprio ruolo di azionista attivo ma rispettoso delle autonomie delle società partecipate.
L’operazione Mps-Mediobanca non è un evento isolato, ma si inserisce in un disegno più ampio di riorganizzazione del credito e di apertura dei mercati finanziari italiani. Milleri ha ribadito più volte il concetto di “sistema finanziario aperto e dinamico”, un principio che mira a superare i vincoli storici del capitalismo italiano per favorire trasparenza, competitività e accesso ai mercati internazionali.
Delfin si configura così come uno snodo centrale del capitalismo italiano a vocazione internazionale, capace di coniugare gestione paziente delle partecipazioni con capacità di dialogo con i mercati globali, diventando un attore sistemico nella modernizzazione del sistema finanziario nazionale.
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