Giornata cruciale per Mediobanca. L’assemblea degli azionisti convocata per oggi, 21 agosto, sarà il momento in cui si deciderà il futuro dell’offerta pubblica di scambio (Ops) su Banca Generali, una partita che intreccia strategie industriali, equilibri azionari e la concorrenza di Mps.
Cosa è successo
Dopo il via libera della Bce del 18 agosto, il progetto è approdato al verdetto finale degli azionisti. Sul tavolo c’è lo scambio di azioni Mediobanca–Generali per acquisire Banca Generali, valorizzata tra i 6,3 e i 6,8 miliardi di euro.
Secondo le stime degli analisti, la partecipazione all’assemblea dovrebbe attestarsi attorno al 77–78% del capitale sociale, con un voto destinato a essere particolarmente combattuto. Se approvata, la fusione darebbe vita al secondo polo del wealth management in Italia, con masse gestite tra i 210 e i 215 miliardi entro il 2027.
Il fronte dei favorevoli comprende grandi fondi istituzionali come BlackRock, Vanguard e Norges Bank, oltre al patto di consultazione (7,8%) e al possibile sostegno di Unipol. Dall’altra parte, il “no” conta sul peso di Caltagirone (9,9%), mentre Delfin ha scelto l’astensione pur sostenendo in parallelo l’offerta concorrente di Mps.
Sul piano industriale, l’Ops è il cardine della strategia del CEO Alberto Nagel, che punta a rafforzare il wealth management per contenere l’offensiva di Siena. Intanto, Mediobanca arriva al voto forte dei numeri: utile netto +4% a 1,33 miliardi, ricavi per 3,72 miliardi (+3%) e dividendo a 1,15 € per azione. A sostegno del management anche Glass Lewis, proxy advisor che raccomanda il sì.
Perché è importante
Il voto odierno rappresenta un bivio strategico. Un’approvazione spalancherebbe la strada all’avvio dell’Ops già da settembre, consolidando Mediobanca come leader nel wealth management italiano e rafforzandone il posizionamento contro gli assalti esterni.
Un rigetto, invece, complicherebbe la partita per Nagel, esponendo l’istituto all’iniziativa di Mps, che mira a ridisegnare la governance di Piazzetta Cuccia.
Con i via libera politico e regolatorio già acquisiti, la decisione passa interamente agli azionisti: il verdetto di oggi determinerà se Mediobanca scriverà una nuova pagina nella finanza italiana o se resterà vulnerabile alla pressione dei concorrenti.
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