Il gruppo del lusso italiano archivia il diciannovesimo trimestre consecutivo di crescita, con il marchio giovane che compensa il rallentamento della linea principale. La Cina torna a tirare.
Cosa è successo
Prada ha chiuso i primi nove mesi del 2025 con ricavi netti pari a 4.070 milioni di euro, registrando un incremento del 9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Al netto degli effetti valutari, la crescita si attesta al 6%. Le vendite retail hanno raggiunto 3.647 milioni di euro, in rialzo del 9,3%.
La vera protagonista dei risultati è stata Miu Miu, che ha registrato un’impennata del 41% nelle vendite retail nei nove mesi. Anche nel terzo trimestre, nonostante un confronto con un periodo già eccezionale (+105% nel Q3 2024), il brand giovane del gruppo ha mantenuto una crescita del 29%.
Di contro, il marchio principale Prada ha segnato una flessione dell’1,6% nelle vendite retail nei nove mesi e dello 0,8% nel trimestre, evidenziando come la strategia multi-brand del gruppo stia funzionando da ammortizzatore contro le oscillazioni del mercato.
Sul fronte geografico, l’Asia Pacifico ha registrato una crescita a doppia cifra (+10%), con segnali particolarmente incoraggianti dal mercato cinese, che mostra una ripresa dopo mesi di rallentamento. Le vendite retail nell’area hanno totalizzato 1.216 milioni di euro nei nove mesi.
Il presidente Patrizio Bertelli ha attribuito i risultati alla focalizzazione su “creatività, prodotti di eccellenza e artigianalità”, mentre l’AD Andrea Guerra ha sottolineato l’importanza di investire in “prodotti ed esperienze che emozionino i clienti”.
Perché è importante
Il diciannovesimo trimestre consecutivo di crescita rappresenta un segnale di solidità raro nel settore del lusso, che sta attraversando una fase di incertezza. Per gli investitori, questi risultati confermano l’efficacia della strategia di diversificazione del gruppo: mentre altri competitor monobrand soffrono le fluttuazioni del mercato, Prada può contare su un portafoglio bilanciato.
Il boom di Miu Miu dimostra che il gruppo ha saputo intercettare una clientela più giovane e dinamica, creando un motore di crescita alternativo alla linea principale. Questo elemento risulta cruciale in una fase in cui i consumi di lusso tradizionali mostrano segni di affaticamento.
La ripresa della Cina, inoltre, è un fattore determinante: il mercato asiatico rimane il principale driver del settore lusso globale, e i segnali positivi da quest’area rafforzano le prospettive di medio termine per il titolo. Con una presenza geografica equilibrata e un management stabile, Prada si conferma tra le opzioni più solide del comparto lusso per chi cerca un mix di resilienza e potenziale di crescita.
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