La partita per il controllo di Mediobanca si fa sempre più accesa. Monte dei Paschi di Siena (MPS) ha compiuto un passo decisivo, superando la soglia del 40% delle adesioni all’offerta pubblica, grazie anche a un rilancio in contanti. Nonostante l’avanzamento, il consiglio di amministrazione di Mediobanca mantiene una posizione di forte opposizione.
Cosa è successo
Nelle ultime ore, le adesioni all’offerta pubblica di MPS su Mediobanca hanno toccato il 40,4% del capitale della banca milanese. Questo balzo significativo supera la soglia minima del 35%, indispensabile per la validità dell’operazione. Il risultato è stato possibile anche grazie all’aumento della componente in contanti, ora a €0,90 per azione oltre ai titoli MPS.
Dietro a questo successo c’è il sostegno di importanti azionisti come Delfin, Caltagirone e di casse di previdenza quali Enpam ed Enasarco, rafforzando la posizione di MPS in “Piazzetta Cuccia”.
Tuttavia, il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca ha smorzato l’entusiasmo, pur riconoscendo il miglioramento del corrispettivo (ora a €2,681 complessivi). Ha ribadito che l’offerta è “priva di razionale industriale e di convenienza per gli azionisti”, stimando un valore intrinseco per azione a €3,71. Il CDA ha anche sottolineato che l’operazione mira a un “controllo, anche di fatto” di Mediobanca, con rischio di “distruzioni di valore”.
La corsa ora è al 50% più una azione, chiave per sbloccare importanti benefici fiscali. L’offerta si chiude l’8 settembre, con possibile riapertura. Tra gli azionisti chiave che hanno aderito o stanno aderendo figurano Edizione, Unicredit, Amundi, Tages e Anima. Cassa Forense, con circa l’1%, resta una pedina cruciale.
Perché è importante
Questa operazione è di fondamentale importanza per il panorama bancario italiano. Il successo di MPS nel superare il 40% evidenzia una chiara volontà di acquisire un controllo strategico su Mediobanca, pilastro del sistema finanziario. Nonostante il CDA di Mediobanca ritenga l’offerta insufficiente, la capacità di MPS di mobilitare un fronte così ampio di investitori segnala che la partita è tutt’altro che chiusa.
Raggiungere il 50% più uno non solo consoliderebbe il controllo, ma permetterebbe a MPS di sbloccare significativi crediti fiscali. La tensione tra l’avanzata di MPS e la resistenza del CDA preannuncia ulteriori sviluppi, che potrebbero ridisegnare gli equilibri nel settore finanziario italiano e influenzare future strategie di M&A.
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Foto: Kanyapak Lim / Shutterstock