Alberto Nagel ha concluso il suo ultimo anno alla guida di Mediobanca, relativo all’esercizio 2024-2025, percependo un compenso complessivo di 4,49 milioni di euro, in lieve flessione del 2% rispetto all’anno precedente. Il dato emerge dai documenti ufficiali pubblicati da Piazzetta Cuccia in vista della prossima assemblea di fine ottobre, chiamata a rinnovare le cariche sociali dopo il successo dell’offerta pubblica di Montepaschi, che ha modificato gli equilibri della governance della banca milanese.
Cosa è successo
Il compenso di Nagel si compone principalmente di 1,9 milioni di euro di parte fissa, a cui si aggiungono 433mila euro circa in benefit non monetari, tra previdenza, assicurazioni e fringe benefit, e una componente variabile pari a 1,8 milioni di euro, corrisposta in gran parte in azioni. Questo pacchetto è in linea con la politica retributiva di Mediobanca, che punta ad allineare la remunerazione ai risultati e al valore creato per gli azionisti.
Dietro Nagel, il direttore generale Francesco Saverio Vinci ha ricevuto circa 3,75 milioni di euro, suddivisi tra parte fissa, benefit non monetari e componente variabile, anch’essa legata a performance e obiettivi stabiliti. Il presidente Renato Pagliaro si attesta intorno ai 928mila euro, con un compenso quasi interamente fisso, avendo un ruolo più istituzionale.
Perché è importante
Questi dati arrivano in un momento cruciale per Mediobanca, che sta affrontando una fase di forte trasformazione dopo l’offerta di Montepaschi. L’assemblea di ottobre sarà chiamata a definire nuovi assetti di governance, in un contesto di grande attenzione da parte del mercato.
La combinazione di parte fissa e variabile nei compensi riflette la volontà di promuovere un modello retributivo sostenibile e orientato al lungo termine, che incentivi la creazione di valore. Per Nagel, che lascia dopo un percorso di vent’anni alla guida, il compenso rappresenta l’ultimo atto di una leadership che ha guidato l’istituto attraverso fusioni, crisi e riorganizzazioni.
In vista della nuova fase, la trasparenza sulle retribuzioni assume un valore strategico per mantenere fiducia e credibilità tra azionisti e stakeholder, in un settore bancario italiano sempre più competitivo e dinamico.
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