Il CEO di Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS), Luigi Lovaglio, ha difeso l’offerta presentata dalla sua banca per l’acquisizione di Mediobanca, dichiarando che il prezzo dell’offerta è “corretto” e che, una volta completata l’integrazione, i multipli di Borsa di MPS rifletteranno pienamente i fondamentali solidi della banca senese. La dichiarazione, rilasciata al Corriere della Sera, arriva in un momento cruciale per l’operazione, che si avvicina alla sua scadenza fissata per l’8 settembre.
Cosa è successo
La posizione di Lovaglio è chiara: secondo lui, l’operazione non solo è vantaggiosa, ma è anche ben posizionata per aumentare il valore di Banca MPS a lungo termine. Il numero uno della banca ha escluso qualsiasi possibilità di introdurre una componente in cash nell’offerta pubblica di scambio (OPS) su Mediobanca, confermando che ogni eventuale rilancio sarà valutato solo alla fine della scadenza dell’offerta.
Sebbene il differenziale tra il prezzo dell’offerta e la quotazione di Mediobanca si sia ridotto al 3,5% rispetto ai valori di gennaio, resta ancora una barriera psicologica da superare per conquistare la fiducia degli investitori istituzionali. In particolare, i soci come Caltagirone, Delfin ed Enpam, che detengono partecipazioni in entrambe le banche, sono considerati attori cruciali in questa fase del processo.
A margine degli incontri con gli investitori a New York, Lovaglio ha dichiarato che il clima è positivo, nonostante le previsioni dell’Ad di Mediobanca, Alberto Nagel, secondo cui l’operazione potrebbe portare a dissinergie per un valore di 665 milioni di euro entro il 2028. Lovaglio ha respinto queste stime, suggerendo che la fusione invece contribuirà a rafforzare la posizione di MPS, anche attraverso una crescita a doppia cifra del dividendo per azione.
Perché è importante
L’operazione MPS-Mediobanca è particolarmente rilevante per il settore bancario italiano, dato che, al termine della fusione, la nuova entità diventerà il terzo polo bancario italiano. Lovaglio ha ribadito che la creazione di valore per gli azionisti sarà una priorità assoluta, con un particolare focus sul dividendo e sulla valorizzazione delle risorse interne. In più, ha menzionato la possibilità di utilizzare l’eccesso di capitale di MPS per altre operazioni industriali o per premiare ulteriormente gli azionisti.
Una componente strategica fondamentale di questa fusione riguarda le DTA (imposte differite attive), un beneficio fiscale che MPS intende sfruttare anche nel caso in cui non venisse superata la soglia del 50% più uno delle azioni di Mediobanca. Lovaglio ha chiarito che questo vantaggio fiscale rimarrà comunque garantito, assicurando il valore dell’operazione per gli azionisti.
Inoltre, il CEO di MPS ha risposto alle nuove linee guida strategiche di Mediobanca, che prevedono l’erogazione di 4,90 miliardi di euro in dividendi entro il 2028. Secondo Lovaglio, insieme le due banche potrebbero fare ancora meglio, indicando una visione di sinergie future che vanno oltre la semplice fusione.
Infine, riguardo alla quota del 13% in Generali detenuta da Mediobanca, Lovaglio ha aperto a possibili collaborazioni nella bancassurance, un settore dove le sinergie potrebbero essere notevoli, anche a fronte della joint venture in corso tra MPS e AXA, che scadrà nel 2027.
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