Giornata difficile per Popolare di Sondrio, tra i peggiori titoli del FTSEMib. Il titolo ha chiuso in forte ribasso, complice l’offerta pubblica di scambio presentata da BPER Banca, giudicata insufficiente dal CdA dell’istituto valtellinese. A pesare ulteriormente sul sentiment degli investitori sono le forti tensioni geopolitiche in Medio Oriente, che stanno mettendo sotto pressione i mercati azionari europei.
Cosa è successo
Alle ore 16:50, Popolare di Sondrio segnava un calo del 2,32% a 11,565 euro, dopo aver toccato un minimo di 11,4 euro e un massimo di 11,645 euro. I volumi di scambio sono stati particolarmente elevati, con circa 3,7 milioni di azioni passate di mano, segno di un’intensa attività sul titolo in una giornata negativa per il comparto bancario.
Il consiglio di amministrazione della banca ha respinto l’offerta di BPER Banca, ritenendo che la proposta “non riconosca pienamente il reale valore dell’istituto”. Intanto, anche il titolo BPER perde terreno: -1,67% a 7,52 euro. La mancata adesione di Sondrio complica gli scenari di consolidamento nel settore.
A fare da sfondo c’è una seduta pesante per Piazza Affari: il FTSEMib cede l’1,41% a 39.386 punti, colpito dalle crescenti preoccupazioni per le tensioni in Medio Oriente. Male anche Generali (-1,44%) e Mediobanca (-2,33%), mentre si salvano ENI (+1,17%) e Leonardo (+0,5%) grazie al rimbalzo del comparto energetico e difensivo.
Perché è importante
Il rifiuto dell’offerta di BPER da parte di Popolare di Sondrio riapre interrogativi sul futuro consolidamento bancario in Italia, raffreddando le aspettative del mercato. La valutazione negativa dell’operazione spinge gli investitori a rivedere le prospettive dell’intero settore.
Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente amplificano la volatilità e penalizzano in particolare i titoli bancari e finanziari, da sempre più sensibili a scenari di instabilità. Gli analisti temono nuove ondate di vendite se non si verificherà un’immediata de-escalation.
Nel complesso, la giornata evidenzia una marcata avversione al rischio, con una preferenza per asset rifugio e settori difensivi, mentre i mercati azionari europei rimangono sotto pressione in attesa di sviluppi geopolitici.
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