Una sentenza attesa entro il 16 luglio potrebbe ridefinire i confini tra sovranità nazionale e poteri europei nel settore bancario. È il Tar del Lazio a trovarsi al centro di questa partita ad alta tensione tra Unicredit, il governo italiano e, sullo sfondo, la Commissione europea. Tutto ruota attorno al ricorso contro il Dpcm che ha applicato la normativa sul golden power all’offerta pubblica di scambio (ops) lanciata da Unicredit su Banco BPM.
Cosa è successo
Nel cuore dell’estate finanziaria italiana, il tribunale amministrativo è chiamato a pronunciarsi sulla legittimità del decreto del governo che ha posto condizioni e limiti all’ops Unicredit-BPM, in nome della sicurezza nazionale. La questione, però, non è solo tecnica: è politica, giuridica e strategica.
Bruxelles, secondo alcune indiscrezioni, considera che solo la Commissione abbia il potere di intervenire sulle concentrazioni bancarie, mentre l’Italia rivendica il diritto di applicare una legge nazionale, mai contestata in sede UE, sulla protezione di asset ritenuti strategici.
Il fulcro del dibattito è se sia lecito che un governo nazionale imponga vincoli a un’operazione di mercato in un settore — quello bancario — ora sotto golden power. Ma la domanda più urgente è: può l’Europa sindacare una decisione legata alla sicurezza nazionale?
Il presidente del Tar ha lasciato intendere che il verdetto arriverà in tempi brevi. Non solo per chiarire il caso specifico, ma per dare una prima forma giurisprudenziale a un tema destinato a riproporsi in futuro con altre aggregazioni.
Perché è importante
Questa vicenda è il primo stress test della normativa sul golden power applicata al mondo bancario. Una novità assoluta, che accende i riflettori sui delicati equilibri tra poteri nazionali ed europei. Se il Tar accogliesse il ricorso di Unicredit, si aprirebbe una frattura tra Roma e Bruxelles, con possibili riflessi su tutte le future operazioni bancarie transfrontaliere.
Il rischio è che si generi un effetto domino, con altri gruppi pronti a impugnare decisioni statali ritenute sproporzionate. E se invece il ricorso fosse respinto? La posizione del governo verrebbe rafforzata, ma la battaglia legale potrebbe continuare al Consiglio di Stato, alimentando l’incertezza.
C’è anche un tema di metodo. Il confronto istituzionale — osservano molti analisti — poteva essere gestito in modo più armonico. Negli anni Novanta, in pieno fermento di riforme bancarie, lo Stato e i gruppi finanziari riuscirono a dialogare senza scivolare su piani giuridici. Oggi, forse, manca quella stessa volontà di cooperazione.
Per ulteriori aggiornamenti su questo argomento, aggiungi Benzinga Italia ai tuoi preferiti oppure seguici sui nostri canali social: X e Facebook.
Ricevi informazioni esclusive sui movimenti di mercato 30 minuti prima degli altri trader
La prova gratuita di 14 giorni di Benzinga Pro, disponibile solo in inglese, ti permette di accedere ad informazioni esclusive per poter ricevere segnali di trading utilizzabili prima di milioni di altri trader. CLICCA QUI per iniziare la prova gratuita.
Foto: Shutterstock