In un mercoledì incerto per Piazza Affari, UniCredit si prende la scena con una performance in netta controtendenza. Il titolo guadagna oltre il 3% e sfiora quota 60 euro, spinto dalla decisione del gruppo di ritirare l’offerta pubblica di scambio (OPS) su Banco BPM. Una mossa inaspettata, figlia di uno scontro istituzionale legato alla Golden Power, che ha rimescolato le carte nel risiko bancario italiano.
Cosa è successo
Alle ore 10:10 di mercoledì 23 luglio, UniCredit registrava un rialzo del 3,06% a 59,86 euro, dopo aver toccato un massimo intraday di 60,1 euro. La giornata si è rivelata particolarmente positiva per l’istituto guidato da Andrea Orcel, soprattutto a confronto con l’andamento generale del FTSE MIB, che nel complesso arretrava.
La notizia che ha fatto da detonatore? Il consiglio di amministrazione di UniCredit ha ufficializzato il ritiro dell’OPS su Banco BPM, motivandolo con l’assenza dell’autorizzazione Golden Power — la normativa che permette allo Stato di intervenire in operazioni ritenute strategiche. Una condizione che, secondo la banca, non è stata soddisfatta nei tempi richiesti.
A rendere ancora più significativa la giornata, UniCredit ha pubblicato i risultati del secondo trimestre 2025, battendo le attese degli analisti. Il miglioramento della redditività ha spinto il management a rivedere al rialzo le previsioni per l’intero esercizio, oltre ad annunciare modifiche alla politica dei dividendi.
L’effetto combinato di notizie operative e finanziarie ha galvanizzato il titolo in Borsa, portandolo tra i migliori del listino.
Perché è importante
Il ritiro dell’OPS ha avuto l’effetto opposto su Banco BPM, che è stato travolto dalle vendite. Poco dopo l’apertura, il titolo perdeva oltre il 4,5%, diventando il peggiore della seduta. Una caduta che ha spazzato via i guadagni mensili e che rimette in discussione il percorso di crescita recente della banca lombarda, salita del 51% in un anno anche grazie alle speculazioni sul risiko bancario.
Le motivazioni del ritiro affondano nelle incertezze legate alla Golden Power. La Consob aveva appena concesso una sospensione tecnica di 30 giorni, ma per UniCredit i tempi per una risoluzione definitiva erano troppo lunghi. La banca ha dunque preferito chiudere il capitolo, riconoscendo i progressi normativi ma scegliendo di tutelare i propri interessi — e quelli del mercato.
Ora gli occhi sono puntati su Banco BPM: l’OPS era diventata il cuore del risiko bancario italiano, e con la sua uscita di scena si apre una fase di vuoto strategico. Niente più visibilità extra, niente più aspettative speculative. Solo i fondamentali, che dovranno sostenere il titolo in attesa dei conti semestrali.
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Foto: Kostenko Maxim via Shutterstock