Ermenegildo Zegna Group, colosso italiano del lusso maschile quotato a Wall Street, ha registrato nel primo trimestre del 2025 ricavi per 458,8 milioni di euro, segnando un calo dello 0,9% rispetto al 2024. La performance è stata influenzata principalmente dalla flessione in Cina e dalle scelte strategiche legate al marchio Thom Browne, nonostante la buona tenuta del canale Direct-to-Consumer (DTC) e una crescita sostenuta nelle Americhe.
Cosa è successo
Il segmento Direct-to-Consumer si è rivelato centrale per il gruppo, con ricavi in crescita del 5,2% su base annua a 345,1 milioni di euro, rappresentando l’81% dei ricavi dei prodotti a marchio. Al contrario, i ricavi wholesale hanno subito una contrazione significativa, calando del 19,8% a 79,5 milioni di euro, penalizzati da scelte aziendali volte a ridurre l’esposizione in questo canale, soprattutto per Thom Browne.
A livello geografico, la Grande Cina ha registrato un calo dell’11,6%, riflettendo un contesto di mercato ancora debole. Anche l’area EMEA ha mostrato una lieve flessione (-1,6%), mentre le Americhe hanno brillato con una crescita del 9,5%. Segnali positivi anche dall’area APAC (esclusa la Cina), con un incremento del 6,5%.
Il marchio ZEGNA ha registrato un aumento del fatturato del 4%, spinto dal DTC, con buone performance soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. Thom Browne ha sofferto nel wholesale ma ha mostrato segnali positivi nel retail. Tom Ford Fashion ha visto un +4% complessivo, grazie a una crescita del 10% nel DTC e al successo della sfilata di marzo.
Perché è importante
Il dato sui ricavi evidenzia come, in un contesto globale incerto, Zegna riesca a mantenere stabilità puntando su canali a maggiore redditività come il DTC. Questo approccio consente al gruppo di consolidare il rapporto diretto con i clienti e rafforzare la fidelizzazione.
La debolezza della Cina rappresenta però un elemento di attenzione per il futuro: trattandosi di uno dei principali mercati del lusso, la sua contrazione rischia di rallentare le ambizioni globali del gruppo. Sarà essenziale monitorare l’evoluzione della domanda nella regione.
La diversificazione geografica e il miglioramento della performance in mercati maturi come le Americhe e l’Europa offrono segnali incoraggianti, confermando la solidità strategica del gruppo in un momento di turbolenza macroeconomica.
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