Mps, il conglomerato bancario italiano, ha rivisto al rialzo le sue previsioni di utile a medio termine, dopo il successo del secondo trimestre che ha portato a un’impennata delle azioni della banca di oltre il 10%.
Cosa è successo
Come riportato in un articolo di Yahoo Finance, Mps ha corretto le sue previsioni di profitto in risposta a una reazione inaspettatamente positiva del mercato, ulteriormente sostenuta dai crediti d’imposta che la banca può ora utilizzare dopo anni di perdite.
La banca ha alzato le previsioni di utile ante imposte per il 2026 a 1,4 miliardi di euro, un aumento significativo rispetto ai 909 milioni di euro proposti nel piano industriale di due anni prima. In precedenza Mps aveva parzialmente aumentato gli obiettivi fissati nel giugno 2022, puntando a un utile ante imposte di 1,3 miliardi di euro quest’anno.
Nel secondo trimestre, la banca ha riportato un utile netto di 826,5 milioni di euro, più che raddoppiando le previsioni degli analisti di 381 milioni di euro. Il CET1 ratio fully loaded della banca si attesta al 18,1%, il più alto tra le principali banche italiane, mentre il payout ratio è stato portato al 75% dalla precedente guidance del 50%.
Mps ha inoltre dichiarato l’intenzione di investire 500 milioni di euro in tecnologia nell’ambito del nuovo piano al 2028, quando prevede di raggiungere un utile ante imposte di 1,7 miliardi di euro. L’azienda intende ridurre gli accantonamenti per le perdite sui prestiti e concentrarsi sui ricavi da commissioni per controbilanciare la diminuzione della spinta dei tassi di interesse.
Nel corso di una call con gli analisti, l’amministratore delegato Luigi Lovaglio ha anche rivelato che sono in corso le trattative per la vendita della sua filiale francese, MP Banque.
Perché è importante
La revisione delle prospettive di profitto di Mps e la forte performance del secondo trimestre indicano un cambiamento positivo nella salute finanziaria della banca. I previsti investimenti in tecnologia e la potenziale vendita della controllata francese potrebbero rafforzare ulteriormente la posizione finanziaria della banca.
La capacità della banca di capitalizzare sui crediti d’imposta, di ridurre gli accantonamenti per le perdite sui prestiti e di concentrarsi sui ricavi da commissioni potrebbe potenzialmente compensare eventuali futuri cali della dinamica dei tassi d’interesse. Questo approccio strategico potrebbe costituire un precedente per altre banche che si trovano ad affrontare sfide simili.
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