Il Corriere della Sera oggi ha svelato una cosa che ha dell’incredibile.
In un articolo di Fabio Savelli si legge infatti che energia pari a un quarto del fabbisogno energetico industriale dell’Italia sarebbe attualmente inutilizzato per colpa della burocrazia.
In un momento in cui il costo dell’energia elettrica è salito alle stelle, a causa dei consumi estivi e dell’aumento dei costi del gas, il fatto che vi sia così tanta energia teoricamente disponibile a basso costo, ma non utilizzata, sembra quasi una presa in giro.
L’articolo di Savelli
Savelli riferisce che lo Stato italiano avrebbe acquistato in questi mesi difficili un “cuscinetto di emergenza” di 17 terawattora di energia prodotti con fonti rinnovabili. Avrebbero dovuto servire proprio per far fronte ad un’eventuale impennata dei prezzi causata da carenza di energia dovuta alla riduzione delle quantità di gas in arrivo dalla Russia.
Lo Stato li avrebbe acquistati dal GSE (il Gestore dei Servizi Energetici controllato dal ministero del Tesoro) direttamente dal mercato interno, ad un prezzo di molto inferiore a quello attuale di mercato: 124€ a megawattora al posto di 500€.
La cosa che stupisce di più è che l’acquisto sarebbe stato fatto prima della fine di aprile, ovvero prima che i prezzi dell’elettricità salissero alle stelle a causa dell’aumento dei consumi estivi. L’obiettivo era quello di rivenderlo al prezzo di costo in particolare a quelle aziende che rischiavano fermi alla produzione a causa degli elevati costi energetici.
Tutto ciò era stato messo nero su bianco nell’articolo 16bis del decreto Aiuti.
Ma dov’è l’inghippo?
Il problema, riferisce Savelli, è che per poterli utilizzare occorrerebbe “un decreto attuativo per stabilire le priorità di accesso a questa energia di Stato”. Questo decreto non c’è, quindi per un semplice problema burocratico il governo non ha potuto aiutare le aziende in difficoltà questa estate vendendo loro a prezzo molto più basso di quello di mercato l’energia che occorreva loro per continuare a produrre.
Infatti l’accesso a tale agevolazione non sarebbe garantito in automatico a tutte le aziende, ma solo a quelle la cui produzione viene considerata “non interrompibile”.
Come spesso accade in Italia, alle parole non fanno seguito i fatti perchè la politica è troppo lenta ad agire.
Ora pare siano allo studio anche soluzioni alternative per poter procedere alla cessione di quell’energia alle aziende, o forse anche alle famiglie, ma per ora sembrerebbe essere ancora tutto fermo.
Quindi le intenzioni erano buone, la strategia era corretta, ma si è rivelata inefficace perchè ad aver fallito è l’esecuzione materiale della stessa.
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