In un contesto caratterizzato dall’impennata dei tassi di interesse, dalla forza del dollaro e dall’aumento dei prezzi del petrolio, gli esperti prevedono un futuro meno ottimistico per l’economia statunitense, come ha sottolineato giovedì l’economista Mohamed El-Erian.
Il presidente del Queens’ College di Cambridge e principale consulente economico di Allianz ha scritto sul Financial Times che le attuali circostanze economiche soffocano la crescita e amplificano il rischio di entrare in stagflazione, uno scenario caratterizzato da una crescita bassa o nulla unita a un’inflazione persistente.
El-Erian ha osservato che le prospettive dell’economia statunitense sono state corrette per la sesta volta negli ultimi 15 mesi.
Secondo l’economista, si prevede che questa modifica durerà più a lungo, mettendo potenzialmente in crisi l’economia statunitense, precedentemente solida, scuotendo la stabilità finanziaria ed esportando volatilità su scala globale.
In sole due settimane, il rendimento del titolo decennale statunitense di riferimento è salito di 0,5 punti percentuali a circa il 4,8%, contribuendo a un aumento complessivo di un punto percentuale dalla fine di giugno. Contemporaneamente, i fondi negoziati in borsa legati al Tesoro sono crollati. L’iShares 20+ Year Treasury Bond ETF (NASDAQ:TLT) è sceso del 16% su base annua e di oltre il 50% dai massimi del 2020.
Questa rapida escalation ha portato a un aumento dei costi di finanziamento per le imprese, ha esacerbato gli obblighi di prestito auto delle famiglie e ha generato un modello disomogeneo di deflusso dei depositi dal sistema bancario.
Il costo di un mutuo trentennale sta per raggiungere l’8%, intensificando le sfide legate all’acquisto di una casa.
L’impennata dei rendimenti è dovuta al riconoscimento da parte del mercato della probabile continuazione del rialzo dei tassi della Federal Reserve e alla necessità imperativa di assorbire un’offerta sostanziale di titoli del Tesoro a causa dei crescenti deficit di bilancio, sottolinea El-Erian.
Allo stesso tempo, i prezzi elevati del petrolio, i tagli sostenuti alla produzione da parte dell’OPEC+ e le scorte in esaurimento rappresentano un rischio sostanziale di pressioni inflazionistiche più ampie, aggiunge El-Erian nel suo articolo sul FT.
Il settore finanziario deve affrontare sfide legate alla stabilità, tra cui le disparità nei profili dei tassi d’interesse all’interno delle banche e il potenziale di dislocazione del mercato del credito.
Mentre i mercati finanziari si adattano agilmente alla realtà di tassi più elevati, l’economia reale si trova in una fase relativamente nascente di adattamento, il che indica un percorso impegnativo.
“Considerando anche ciò che sta accadendo ad altri fattori di crescita economica, ecco perché temo che sia la natura che l’entità della recente impennata dei rendimenti renderanno più difficile per gli Stati Uniti evitare una recessione nel 2024”, ha twittato El-Erian sulla piattaforma di social media X.
Given also what is happening to other drivers of economic growth, here is why I worry that both the nature and magnitude of the recent surge in yields will make it harder for the US to avoid a recession in 2024 — this after the inherent strength of the domestic economy…
— Mohamed A. El-Erian (@elerianm) October 5, 2023
Foto: Fondo Monetario Internazionale su Flickr