Mercoledì, il Segretario di Stato statunitense Mike Pompeo ha dichiarato al Congresso degli Stati Uniti che Hong Kong non era più autonoma dalla Cina – un’affermazione che potrebbe alterare le relazioni commerciali della città asiatica con gli Stati Uniti.
Cosa è successo
Il Dipartimento di Stato USA, ai sensi di una legge pro-democrazia approvata alla fine dello scorso anno, era tenuto a stabilire se Hong Kong fosse o meno effettivamente autonoma dalla Cina. La legislazione vincola il Presidente statunitense a imporre sanzioni ad enti stranieri che interferiscono con “le libertà fondamentali e l’autonomia a Hong Kong”, ha riferito la CNBC.
La dichiarazione di Pompeo arriva in seguito ad una proposta di legge cinese, giunta durante l’Assemblea Nazionale del Popolo, che punirebbe atti di sedizione contro il governo nazionale.
Il segretario di Stato ha concluso: “Nessuna persona ragionevole può affermare oggi che Hong Kong mantenga un alto grado di autonomia dalla Cina, dati i fatti sul campo”.
Hong Kong, al momento, è esente dai dazi paralizzanti imposti dall’amministrazione Trump sulle esportazioni cinesi come parte della guerra commerciale in corso tra Washington e Pechino, ha riportato CNBC. Se Hong Kong perdesse il suo status, queste esenzioni non sarebbero più disponibili per la regione cinese a statuto speciale.
Nel frattempo, i gruppi imprenditoriali americani presenti ad Hong Kong, come il Consiglio degli Affari tra Stati Uniti e Cina, hanno esortato il Presidente Trump a prestare cautela nel revocare lo status speciale della città ai sensi della legge statunitense. Il commercio tra Hong Kong e gli USA valeva più di 66 miliardi di dollari nel 2018, secondo il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti. Secondo il consolato USA a Hong Kong, ci sono almeno 1.200 aziende statunitensi che {2>sono attivi<2} nel territorio cinese.