Settembre è stato storicamente il mese peggiore per l’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY), ma l’analista di Bank of America Savita Subramanian mercoledì ha affermato che il suo Sell Side Indicator (SSI) suggerisce che il mercato potrebbe presto affrontare qualcosa di un po’ più ribassista della tipica debolezza stagionale.
Indicatore contrarian
L’SSI replica l’allocazione azionaria media consigliata dagli analisti strategici sell-side; Subramanian ha affermato che ora l’indicatore è a una distanza di soltanto lo 0,53% dallo scendere al di sotto dell’indicatore Sell (vendita).
La sua posizione attuale è la più vicina all’indicatore Sell dal maggio 2007, e in quest’ultimo caso il rendimento totale dell’S&P 500 nei 12 mesi successivi era stato del -7%.
“Abbiamo trovato che l’atteggiamento rialzista di Wall Street sull’azionario sia un affidabile indicatore contrarian, molto più predittivo di molti altri decantati modelli di market timing”, ha affermato Subramanian.
Rendimenti deboli in vista?
Subramanian ha dichiarato che l’SSI, al suo livello attuale, implica un rendimento a 12 mesi dell’S&P 500 di appena il 6% in base ai dati storici; quando in passato l’SSI è sceso in territorio Sell, nei 12 mesi successivi l’S&P 500 ha registrato in media un rendimento del solo 2,7%.
Attualmente l’indice S&P 500 sta proseguendo una striscia positiva di sette mesi, che è stata storicamente un indicatore rialzista per i rendimenti nei sei mesi successivi: dopo sette mesi consecutivi di guadagni, infatti, 13 volte su 14 l’S&P 500 ha generato un rendimento positivo nei sei mesi successivi, con un rendimento medio del 7,8%, secondo LPL Financial.
Il punto di vista di Benzinga
Storicamente il sentiment rialzista degli analisti è stato un affidabile indicatore contrarian ribassista per l’S&P 500, ma ciò non significa che gli investitori dovrebbero vendere le loro partecipazioni azionarie o andare short sul mercato azionario: sebbene si sia attivato l’indicatore di vendita di Bank of America, infatti, il mercato ha registrato un rendimento annuo medio del 2,7% una volta attivato l’indicatore, ovvero un rendimento molto migliore rispetto ai tassi di interesse che si otterrebbero in questo periodo mettendo i soldi su un certificato di deposito o in un conto di risparmio ad alto interesse.