Apple Inc. (NASDAQ:AAPL) ha rimosso centinaia di applicazioni simili a ChatGPT dal suo App Store cinese. Alcune di queste app sono state lanciate con grande successo solo poche settimane fa, tra cui Spark e ChatGAi Plus.
Cosa è successo
Apple avrebbe eliminato dall’App Store cinese centinaia di applicazioni che fornivano servizi simili a ChatGPT. L’azienda ha dichiarato che le app sono state rimosse “perché includono contenuti illegali in Cina” negli avvisi inviati agli sviluppatori interessati, secondo quanto riportato dal South China Morning Post.
Alcune di queste applicazioni includono Spark di iFlytek, il cui lancio è stato particolarmente apprezzato il 29 giugno.
Un’altra applicazione popolare nell’elenco delle app eliminate è ChatGAi Plus, che si è classificata al 9° posto nella categoria delle applicazioni a pagamento dell’App Store cinese.
Non è la prima volta che Apple ripulisce il suo App Store cinese. Nel 2020, il produttore di iPhone ha eliminato 30.000 app per rispettare le norme sui contenuti a pagamento. Di queste, i giochi hanno rappresentato il 90% delle rimozioni totali.
All’inizio di luglio, Apple ha rimosso oltre 3.000 giochi per conformarsi alle normative sui giochi in Cina.
La Cina rafforza il controllo sui servizi di intelligenza artificiale
La decisione di Apple di eliminare le app simili a ChatGPT non è una decisione improvvisa. Il governo cinese ha approvato nuove norme relative ai servizi di IA generativa e alle “tecnologie di sintesi profonda”. In sostanza, queste norme mirano a un controllo più severo dei servizi basati sull’IA.
L’entrata in vigore di queste norme in Cina è prevista per il 15 agosto, con l’obiettivo di “promuovere contenuti sani” e “aderire ai valori fondamentali del socialismo”.
A luglio il Paese ha emanato una normativa dettagliata sull’IA generativa. Si tratta di tutti i contenuti dell’IA generativa, dal testo alle immagini, all’audio e ai video. Con l’obiettivo di garantire la sicurezza nazionale, queste norme impongono alle aziende che utilizzano l’IA generativa di garantire che i loro servizi non vengano utilizzati per generare contenuti falsi.