Giovedì 30 giugno entrano in vigore le nuove norme sui pagamenti per negozianti, artigiani, professionisti e studi commerciali.
Cosa dice la normativa
Queste norme prevedono tra le altre cose che debba essere obbligatoriamente offerta al cliente la possibilità di pagare con carte di debito, credito o prepagate tramite Pos.
In caso di mancato rispetto di quest’obbligo, negozi, artigiani e professionisti che non disporranno di dispositivi Pos per i pagamenti potranno venire multati con sanzioni pecuniarie di 30 euro per ogni singola transazione per la quale sia stato rifiutato il pagamento elettronico con carta, più il 4% del valore della transazione stessa.
Un problema di tracciabilità e identificazione
L’obiettivo è quello di incentivare i pagamenti elettronici, rispetto a quelli in contanti, per combattere in primis il ricorso a forme di pagamento non tracciabili.
I pagamenti elettronici infatti non solo sono tracciabili, ma è anche possibile risalire ai nominativi di chi li effettua e di chi li riceve. Con i contanti ciò non è possibile, tanto che favoriscono i pagamenti non tracciati ed in ultima analisi l’evasione delle imposte.
Quando non vale l’obbligo?
Sono comunque previste delle eccezioni, perchè la sanzione non si applica “nei casi di oggettiva impossibilità tecnica” ad accettare pagamenti via Pos. Quindi ad esempio nel caso di malfunzionamenti del dispositivo, oppure nel caso di mancata connessione. In questi casi l’obbligo in teoria permane, ma non viene applicata la sanzione.
Tale obbligo infatti esiste formalmente già dal 2014, solo che fino ad ora non erano mai state attivate le sanzioni per chi non lo rispetta. Pertanto la vera novità non sta tanto nell’obbligo in sè di offrire pagamenti con carte, ma nelle sanzioni previste per chi non lo fa.
Non è invece stato ancora attivato l’obbligo di offrire pagamenti via app: per ora l’obbligo riguarda solo i pagamenti con carta su Pos.
Le sanzioni saranno davvero applicabili?
Va però sottolineato che sembra proprio che tali sanzioni saranno di difficile applicazione. Infatti possono scattare solo nel momento in cui un cliente chiede di poter pagare con carta, riceve un rifiuto, e quindi decide di procedere con la denuncia. In mancanza di denuncia è di fatto impossibile stabilire quali richieste di pagamento con carta siano state rifiutate.
Quindi a rischiare sono comunque solo coloro che ad un’apposita richiesta in tal senso da parte del cliente rispondono con un rifiuto.
Per quanto riguarda le categorie professionali coinvolte, oltre a negozi ed artigiani tali norme si applicano anche a falegnami, fabbri, idraulici, bar e ristoranti, ambulanti, notai, avvocati, ingegneri, geometri, commercialisti, medici, consulenti del lavoro e dentisti. Praticamente chiunque abbia un’attività commerciale o professionale rivolta al pubblico.
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