Giovedì la Banca d’Inghilterra ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base al 4,25%, come ampiamente previsto dal mercato, con un voto di 7-2.
Sarà necessario un ulteriore inasprimento della politica monetaria «se ci fossero segnali di pressioni sui prezzi più persistenti», ha affermato la banca centrale in un comunicato.
La Banca d’Inghilterra ha dichiarato di aspettarsi che l’inflazione diminuisca drasticamente nel secondo trimestre, a causa dei massimali governativi di garanzia dei prezzi dell’energia sui prezzi delle utenze e della riduzione dei costi energetici all’ingrosso. È probabile quindi che l’inflazione dell’IPC dei servizi rimanga sostanzialmente stabile nel breve termine, ha affermato la banca centrale. Tuttavia, si prevede che la crescita dei salari rallenterà più rapidamente di quanto previsto nel rapporto di febbraio.
Si prevede che il PIL britannico rimarrà sostanzialmente invariato alla fine dell’anno, ma ora dovrebbe aumentare modestamente nel secondo trimestre rispetto al calo dello 0,4% previsto nel rapporto di febbraio. Il sostegno fiscale nel bilancio di marzo contribuirà a far salire il PIL di circa lo 0,3% negli anni successivi, ha affermato la Banca d’Inghilterra.
La Banca centrale ha inoltre dichiarato che «presterà particolare attenzione alle condizioni di credito del Regno Unito», ma ha anche affermato che il settore bancario «mantiene solidi capitali e liquidità» ed è «ben posizionato per sostenere l’economia, specialmente durante i periodi di tassi di interesse più elevati».
La reazione del mercato
A seguito della decisione della BoE, la sterlina ha continuato a registrare un rialzo dello 0,3% rispetto al dollaro USA, prolungando i guadagni della sessione precedente.
La coppia GBP/USD, seguita dall’ETF Invesco CurrencyShares British Pound Sterling (NYSE:FXB), ha superato la soglia di 1,23, avvicinandosi ai massimi di febbraio.
Il principale indice del mercato azionario del Regno Unito, l’indice FTSE 100, seguito dall’iShares MSCI United Kingdom ETF (NYSE:EWU), è rimasto sostanzialmente invariato.
Anche i rendimenti dei gilt sono rimasti invariati: il rendimento a due anni era a 3,4% e il benchmark decennale a 3,43%.
I futures S&P 500 e-Mini si sono mantenuti a 3.988 punti prima dell’apertura dei mercati statunitensi di giovedì.
Hot Take
La posta in gioco non avrebbe potuto essere più alta per la decisione sui tassi di interesse di giovedì alla luce della crisi bancaria e dell’inflazione elevata, ha affermato Giles Coghlan, capo analista di mercato di HYCM.
«Se non fosse stato per la lettura a sorpresa dell’IPC di ieri, la decisione della Banca d’Inghilterra di alzare i tassi oggi sarebbe stata equilibrata: anche sulla scia delle crisi di SVB-Credit Suisse, c’era una chiara argomentazione a favore del mantenimento dei tassi al 4%», ha detto.
«Tuttavia l’inflazione si sta dimostrando più rigida del previsto nel Regno Unito, e mantenere il controllo sulla spirale dei prezzi rimane la priorità; l’aumento di 25 punti base di oggi dovrebbe contribuire a cementare le forze disinflazionistiche».
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