La Cina si sta impegnando al massimo per rispondere alla tempesta che si sta scatenando nel settore immobiliare, con l’obiettivo di evitare che l’impatto a cascata raggiunga altri settori ed economie.
Di recente, la seconda economia mondiale ha emanato una direttiva alle principali banche statali, imponendo riduzioni sostanziali dei tassi sui depositi bancari e sui mutui, come riportato da Bloomberg.
Tagli ai tassi bancari e piani di stimolo
I tagli ai tassi ipotecari, che si ripercuoteranno su un mercato del valore di 5,3 trilioni di dollari, sono destinati esclusivamente ai prestiti per le residenze primarie, nel tentativo di attutire le ripercussioni sul mercato immobiliare.
Contemporaneamente, il governo cinese si sta riparando dietro le promesse di misure di stimolo amplificate per promuovere la crescita e l’occupazione nel Paese. La recente impennata della disoccupazione giovanile, che ha superato il 20%, ha spinto le autorità a entrare in azione.
Un documento tradotto dall’agenzia di stampa ufficiale Xinhua rivela che il ministro delle Finanze Liu Kun e Zheng Shanjie, presidente della Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme, si sono impegnati ad accelerare l’emissione e l’utilizzo di obbligazioni speciali dei governi locali per rinvigorire gli investimenti.
Il report evidenzia l’insufficienza della domanda interna e le sfide che alcune imprese devono affrontare, indicando la necessità di stimolare gli investimenti privati attraverso politiche mirate.
Nel fine settimana, la Cina ha annunciato una riduzione del 50% delle imposte di bollo sul commercio azionario e l’approvazione di linee guida complete per l’edilizia residenziale a prezzi accessibili. Nel frattempo, il Politburo cinese si sta preparando per la sua riunione mensile di routine. Le speculazioni sono in aumento e si pensa che questa riunione possa potenzialmente approfondire le politiche di sostegno all’economia in difficoltà.
La reazione del mercato
Le reazioni del mercato sono state contrastanti. Se da un lato le ultime misure sembrano aver domato il sell-off registrato all’inizio di agosto, dall’altro non hanno ancora innescato un rally su larga scala degli asset esposti alla Cina. A Hong Kong, l’indice Hang Seng, monitorato dall’iShares MSCI Hong Kong Index Fund (NYSE:EWH), è riuscito a registrare un’impennata del 2% martedì, segnando un aumento del 5% rispetto alla settimana precedente, pur rimanendo in calo del 9% nel mese.
Le azioni cinesi quotate negli Stati Uniti, tra cui Alibaba Group Holdings (NYSE:BABA), Tencent Music Entertainment Group (NYSE:TME), JD.com Inc. (NASDAQ:JD) e Baidu Inc. (NASDAQ:BIDU), sono tutte in rialzo di circa l’1,5% nelle contrattazioni pre-mercato. Il produttore di auto elettriche NIO Inc. (NASDAQ:NIO) è sceso di oltre il 6% nel pre-market dopo aver riportato risultati nel Q2 deludenti.
Il tasso di cambio dollaro-yuan (USD/CNY) continua a mantenersi stabile intorno a 7,29, vicino ai livelli massimi raggiunti a metà agosto. Per quanto riguarda le materie prime strettamente legate alla Cina, come il rame e l’argento, le loro performance sono rimaste sostanzialmente stagnanti martedì, essendo entrambe scese dai massimi di luglio.
Gli investitori attendono con ansia di conoscere lo stato economico della Cina attraverso l’imminente pubblicazione degli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) per il settore manifatturiero e dei servizi. Le proiezioni indicano un lieve aumento del PMI manifatturiero, che passerà da 49,4 a 49,5, anche se rimarrà in contrazione. Nel frattempo, il PMI dei servizi dovrebbe scendere da 51,5 a 51,1, segnando il punto più basso da dicembre 2022.
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