La corte di giustizia internazionale (CGI) si è espressa poco fa fornendo delle direttive su misure emergenziali per la crisi russo-ucraina. La seduta ha avuto luogo a The Hague.
L’Ucraina aveva presentato un ricorso poco dopo l’invasione da parte della Russia, avvenuta il 24 febbraio scorso, notando l’insussistenza delle motivazioni russe, che individuavano nella “prevenzione di un genocidio nell’Ucraina orientale” la giustificazione dell’operazione militare.
Il massimo organismo giuridico non ha poteri esecutivi
La Corte è il massimo organismo giuridico in sede all’ONU per quanto concerne le dispute tra Stati. Anche se la decisione della CGI è formalmente vincolante, tuttavia questa è spesso stata ignorata in passato e la Corte non ha poteri esecutivi delle sentenze.
La Corte penale internazionale, invece, “è in carica nell’individuare le responsabilità individuali dei crimini di guerra, come quelli denunciati dall’Ucraina contro la Russia e sue squadre sono già state inviate nelle zone del conflitto al fine di ottenere prove per un potenziale caso”, riportava Repubblica una settimana fa, riportando il Washington Post.
All’avvio del processo, la fila riservata agli avvocati della Federazione Russa era interamente vuota.
La sentenza di oggi
Le dispute di fronte alle CGI normalmente sono iniziate da uno Stato che ne accusa un altro di aver violato il diritto internazionale.
Nel caso della controversia tra Ucraina e Russia, invece, i ruoli sono rovesciati perché l’Ucraina ha chiesto alla corte di riconoscere come infondate le accuse di genocidio sollevate dalla Russia.
L’ordine di oggi, approvato con 13 voti favorevoli e due contrari (si tratta dei giudici Gevorgian e Xue, rispettivamente russo e cinese), intima alla Federazione Russa di sospendere le operazioni militari avviate in Ucraina il 24 febbraio scorso, chiedendo al contempo a entrambe le parti di astenersi da qualsivoglia azione possa aggravare o estendere la disputa.
Il dato più rilevante sembra essere, ancora una volta, la posizione della Cina che, se da un lato ha ripetutamente affermato di essere pronta a tutelare risolutamente i suoi interessi economici, dall’altro non nega l’appoggio, anche giuridico, alla Federazione Russa.
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