Dopo mesi di congetture, martedì il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha ufficialmente intentato una causa antitrust contro Alphabet, Inc. (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOGL), sostenendo che la sua controllata Google avrebbe intrapreso pratiche anticoncorrenziali per mantenere i monopoli nell’ambito di ricerca e pubblicità su Internet.
Le affermazioni: nella sua denuncia, il Dipartimento di Giustizia accusa Google di aver tagliato fuori le aziende rivali tramite accordi che le escludono dal mercato, ad esempio pagando miliardi di dollari a produttori, operatori e browser di telefonia mobile affinché questi utilizzino Google come motore di ricerca predefinito.
Il Dipartimento di Giustizia afferma che Google possiede o controlla i canali che rappresentano l’80% del volume di ricerca Internet negli Stati Uniti, e che Google ha le dimensioni e le risorse, inclusi oltre 120 miliardi di dollari in liquidità, per poter mantenere il predominio del mercato e per bloccare qualsiasi concorrenza significativa nel settore della ricerca online.
La reazione di Google: Google ha respinto le affermazioni del Dipartimento di Giustizia in un comunicato.
“La causa odierna intentata dal Dipartimento di Giustizia è profondamente sbagliata. Le persone usano Google perché scelgono di farlo, non perché sono costrette a farlo o perché non riescono a trovare alternative”, ha affermato il gruppo di Mountain View.
La società ha aggiunto che nel corso della giornata di martedì avrebbe risposto alla causa in modo più dettagliato; Google ha già affermato che la sua attività di ricerca è generalmente gratuita per gli utenti e che dunque non è dannosa come in genere può essere un tipico monopolio.
Inoltre Google potrebbe argomentare di avere motori di ricerca concorrenti, come Bing di Microsoft Corporation (NASDAQ:MSFT) e Yahoo! di Verizon Communications Inc. (NYSE:VZ); tuttavia, secondo il Wall Street Journal, nel mese di agosto Google ha rappresentato il 79,4% delle ricerche su desktop e il 92% di quelle su dispositivi mobili.
Dopo aver letto il caso del Dipartimento di Giustizia, Jim Cramer della CNBC ha affermato di essere ancora più rialzista sul titolo Alphabet.
“Penso solo che sia un’altra ‘causa persa’ del governo; e a proposito, la somma delle parti vale molto più di 1.500 dollari”, ha detto Cramer.
Il punto di vista di Benzinga: martedì le azioni Alphabet sono state cambiate senza variazioni, indicando il fatto che gli investitori non sono stati colti di sorpresa dalla causa o dalle accuse. Se Cramer ha ragione, una possibile separazione di Alphabet o una vittoria in tribunale contro il Dipartimento di Giustizia alla fine potrebbe fungere da catalizzatore rialzista per il titolo.