Oggi Pfizer Inc. (NYSE:PFE) ha comunicato un utile rettificato per il secondo trimestre 2025 di 78 centesimi per azione, rispetto ai 60 centesimi dello stesso periodo dell’anno scorso, superando il consenso degli analisti fissato a 57 centesimi.
Le vendite di Pfizer sono aumentate del 10% su base annua, raggiungendo 14,70 miliardi di dollari, ben oltre le attese di 13,41 miliardi di dollari, riflettendo una crescita operativa del 10%.
Tale incremento operativo è stato principalmente trainato dall’aumento dei ricavi derivanti dalla famiglia di farmaci Vyndaqel, da Comirnaty, Paxlovid, Padcev, Eliquis e diversi altri prodotti in varie categorie, nonostante l’impatto negativo dei maggiori sconti concessi ai produttori a seguito dell’Inflation Reduction Act (IRA) e della riforma di Medicare Parte D.
Le vendite del farmaco per le malattie cardiache della famiglia Vyndaqel sono aumentate del 21% a livello operativo, toccando 1,62 miliardi di dollari.
Le vendite di Comirnaty sono salite a 381 milioni di dollari, in crescita del 95% su base operativa, mentre Paxlovid ha segnato un aumento del 71%, raggiungendo 427 milioni di dollari.
Le vendite del farmaco oncologico Padcev sono schizzate del 38%, arrivando a 542 milioni di dollari.
I ricavi di Eliquis, anticoagulante, sono cresciuti del 6% su base operativa attestandosi a circa 2 miliardi di dollari.
La crescita dei ricavi complessivi è stata parzialmente compensata dalla diminuzione delle vendite del farmaco per il cancro al seno Ibrance, che si è attestata a 1,05 miliardi di dollari, in calo dell’8% su base operativa.
Il prezzo netto più basso negli Stati Uniti è dovuto principalmente al maggiore sconto applicato ai produttori in seguito alle disposizioni dell’Inflation Reduction Act che hanno modificato i benefici di Medicare Parte D, oltre alla concorrenza dei farmaci generici e al calendario delle spedizioni in alcuni mercati internazionali.
Previsioni 2025
Pfizer conferma le stime dei ricavi per il 2025 tra 61 e 64 miliardi di dollari, a fronte di un consenso degli analisti pari a 62,42 miliardi.
La società rialza la guidance sull’utile rettificato per azione 2025, ora previsto tra 2,90 e 3,10 dollari, rispetto alla precedente forbice di 2,80-3,00 dollari, contro la stima di Wall Street fissata a 3 dollari. La revisione delle previsioni include un impatto una tantum di circa 20 centesimi legato alla transazione con 3SBio.
Pfizer precisa inoltre che le previsioni considerano l’effetto delle tariffe attualmente imposte da Cina, Canada e Messico, nonché possibili variazioni di prezzo nel corso dell’anno, a seguito della lettera ricevuta il 31 luglio dall’ex Presidente Trump.
Iniziative per il contenimento dei costi
Pfizer conferma di essere sulla buona strada per realizzare risparmi complessivi attesi pari a circa 7,7 miliardi di dollari (circa 7,2 miliardi di risparmi netti sui costi). Si prevede che circa 4,5 miliardi di dollari in risparmi netti derivanti dal programma di riallineamento dei costi saranno conseguiti entro la fine del 2025.
L’azienda prevede di ottenere risparmi sui costi dalla riorganizzazione della ricerca e sviluppo per circa 500 milioni di dollari, da conseguire completamente entro la fine del 2026.
La prima fase del Manufacturing Optimization Program è in linea per generare risparmi netti sui costi pari a circa 1,5 miliardi di dollari entro fine 2027, con risparmi iniziali attesi tra la fine del 2025.
Prezzo delle azioni PFE
Il titolo PFE era salito del 4,12% a 24,50 dollari all’ultimo rilevamento di martedì.
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