La società di investment banking Goldman Sachs Group Inc (NYSE:GS) raccomanda di stare short sul dollaro USA di fronte alla possibilità che il Democratico Joe Biden vinca le elezioni di novembre e che presto possa concretizzarsi il rilascio di un vaccino contro il coronavirus.
Nella visione di Goldman Sachs entrambi i fattori sono negativi per il biglietto verde, secondo Bloomberg.
La nota di Goldman per gli investitori: in una nota di investimento pubblicata venerdì, l’analista strategico di Goldman, Zach Pandl, ha affermato che le probabilità che si verifichi il risultato più positivo per il dollaro, ovvero una vittoria elettorale per il presidente Repubblicano in carica Donald Trump e un ritardo nell’uscita di un vaccino anti-Covid, sono basse.
La tesi sul dollaro di Goldman: “una ‘onda blu’ alle elezioni statunitensi e delle notizie favorevoli sulle tempistiche di uscita del vaccino potrebbero riportare il dollaro ponderato su base commerciale e l’indice DXY ai minimi del 2018”, ha affermato Pandl nella nota.
Goldman ritiene che le probabilità che lo sfidante Democratico Joe Biden si aggiudichi la Casa Bianca, che i Democratici ottengano la maggioranza al Senato e che la mantengano alla Camera è di oltre il 60%.
Sul fronte dei vaccini, Pfizer Inc (NYSE:PFE) prevede una lettura conclusiva da uno studio di fase 3 entro la fine di ottobre e Moderna Inc (NASDAQ:MRNA) prevede che l’analisi degli studi di fase 3 sarà disponibile entro novembre.
Se i vaccini si dimostreranno molto efficaci, esiste un’alta probabilità di assistere a un’approvazione all’uso di emergenza da parte dell’agenzia del farmaco statunitense (FDA) entro la fine dell’anno.
Nel quarto trimestre Goldman raccomanda due operazioni short in dollari che scommettono sul deprezzamento del biglietto verde.
Un’operazione è la vendita allo scoperto del dollaro contro un paniere ponderato per la volatilità composto da peso messicano, rand sudafricano e rupia indiana; un’altra è invece un trade di tipo long su un paniere di uguale ponderazione in dollari canadesi, dollari australiani ed euro.
Nel 2018 l’indice del dollaro USA ha raggiunto un minimo di 88,25, e a marzo di quest’anno ha toccato brevemente un massimo di 103, trainato dalle incertezze legate alla pandemia di coronavirus.
Lunedì, al momento della pubblicazione, il dollaro è in rialzo dello 0,16%, a 93,21, il che implica che Goldman prevede un ribasso di più del 4%.