L’economia statunitense ha registrato una contrazione nel primo trimestre del 2025, segnando il primo dato negativo dalla seconda metà del 2022. I nuovi dazi commerciali introdotti dall’amministrazione Donald Trump hanno avuto ripercussioni su diversi settori, contribuendo al calo della crescita.
Il prodotto interno lordo (PIL) si è ridotto dello 0,3% su base annua nel periodo gennaio-marzo, un netto ribaltamento rispetto al +2,4% dell’ultimo trimestre del 2024. Il dato è inferiore alle previsioni degli analisti, che si aspettavano un rallentamento contenuto con una crescita dello 0,4%.
Il calo del PIL reale è stato principalmente influenzato dall’aumento delle importazioni, che vengono sottratte dal calcolo del PIL, e dalla riduzione della spesa pubblica.
A marzo, gli Stati Uniti hanno registrato il più grande deficit commerciale di beni mai registrato, dopo aver già riportato il secondo e terzo peggior deficit mensile della storia nei mesi di gennaio e febbraio. Gli importatori hanno accelerato gli acquisti esteri in previsione dell’applicazione dei nuovi dazi.
Nel frattempo, i tagli alla spesa pubblica da parte del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE) guidato da Elon Musk hanno ulteriormente frenato l’attività economica.
“Questi movimenti sono stati parzialmente compensati da aumenti negli investimenti, nei consumi e nelle esportazioni,” ha dichiarato il Bureau of Economic Analysis.
Le pressioni inflazionistiche si sono intensificate nel primo trimestre, alimentando i timori di una possibile stagflazione.
L’indice dei prezzi per gli acquisti domestici è aumentato del 3,4%, in accelerazione rispetto al +2,2% del trimestre precedente.
L’indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE), un indicatore chiave monitorato dalla Federal Reserve, è salito al 3,6%, rispetto al 2,4% del quarto trimestre.
L’indice PCE core, che esclude le componenti volatili di alimentari ed energia, è aumentato del 3,5% dopo il +2,6% del trimestre precedente, segnalando una persistente inflazione di fondo, nonostante la crescita economica rallenti.
Nel corso della giornata, il dato sul PIL della zona euro ha invece sorpreso positivamente, mostrando una crescita dello 0,4% su base trimestrale, il doppio rispetto alle previsioni degli economisti, che stimavano un aumento dello 0,2%.
Segnali di debolezza nel mercato del lavoro
Un rapporto separato pubblicato da Automatic Data Processing Inc. (ADP) ha evidenziato che le aziende private statunitensi hanno aggiunto solo 62.000 nuovi posti di lavoro ad aprile, il dato più debole dal luglio 2024.
Questo risultato rappresenta un significativo rallentamento rispetto ai 155.000 posti creati a marzo ed è inferiore alle attese degli analisti, che prevedevano 108.000 nuovi posti.
Le industrie di servizi hanno aggiunto 34.000 posti, mentre le industrie manifatturiere ne hanno registrati 26.000.
“L’incertezza è la parola del giorno. Le aziende stanno cercando di bilanciare le politiche e l’incertezza dei consumatori con dati economici generalmente positivi. In un contesto simile, prendere decisioni di assunzione non è semplice,” ha commentato Nela Richardson, capo economista di ADP.
Sebbene il rapporto ADP non sia sempre un indicatore perfetto dei dati occupazionali ufficiali del governo, il report di aprile si aggiunge ai segnali di raffreddamento del mercato del lavoro.
Il Bureau of Labor Statistics pubblicherà il suo Employment Situation Report di aprile venerdì. Gli stipendi non agricoli dovrebbero aumentare di 130.000 posti, in netto calo rispetto ai 228.000 di marzo.
Reazioni del mercato
Il dollaro statunitense è rimasto stabile rispetto alle principali valute, con il tasso di cambio euro-dollaro a 1,1370, in calo dello 0,1% nella giornata.
I rendimenti dei titoli di Stato USA hanno interrotto una serie di sette sessioni consecutive di ribassi, con il rendimento del Treasury a 10 anni salito al 4,19%.
I futures azionari hanno registrato perdite, mentre gli investitori speculano sul fatto che i segnali di debolezza economica possano indebolire gli utili aziendali.
I futures sull’S&P 500 sono scesi dello 0,8%, mentre i contratti sul Nasdaq 100, fortemente tecnologico, hanno perso 1,4% alle 8:36 a.m. ET.
Martedì, l’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE: SPY) ha chiuso in rialzo dello 0,6%, recuperando completamente le perdite subite dopo l’annuncio dei dazi da parte di Trump il 2 aprile.
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