Martedì, dopo la chiusura delle urne, gli elettori statunitensi seguiranno da vicino i risultati delle elezioni presidenziali 2020, con il presidente Repubblicano Donald Trump e l’ex vicepresidente Democratico Joe Biden in lizza per lo Studio Ovale; anche l’industria petrolifera farà lo stesso.
Analisi del prezzo del petrolio: il Brent potrebbe scendere a 30 dollari al barile, dato che l’OPEC+ mantiene il riserbo su ulteriori tagli e fattori politici, come le implicazioni di un’eventuale vittoria di Biden, ha detto in una nota Bjarne Schieldrop, capo analista delle materie prime presso SEB.
Lunedì, il greggio Brent era in rialzo del 3,29%, a 39,27 dollari al barile.
L’impatto delle elezioni presidenziali: “le elezioni statunitensi sono proprio dietro l’angolo e Biden ha il 65% di probabilità di vincere contro il 35% di Trump”, ha affermato Schiedlrop.
Biden sostiene l’accordo sul nucleare con l’Iran, che ha contribuito a mettere in piedi in qualità di vice presidente durante l’amministrazione Obama.
“Una vittoria di Biden implica un rilancio di questo accordo, con un ritorno delle scorte iraniane sul mercato probabilmente nel 2022”, ha dichiarato l’analista.
“L’Arabia Saudita, la Russia e l’OPEC+, con questa prospettiva all’orizzonte, vorranno tornare alla normalità al massimo entro l’inizio del 2022, e cioè non vorranno in alcun modo scavare il buco dei tagli alla produzione più in profondità di quanto non lo sia attualmente. Il messaggio al mercato è quello di stare lontani dallo scisto”.
Movimento dei prezzi di USO: lunedì, all’ultimo controllo, lo United States Oil Fund LP ETF (NYSE:USO) era in aumento del 4,04%, a 26,27 dollari.