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    Homepage » Facebook, Twitter e YouTube provano a fare pace con gli inserzionisti

    Facebook, Twitter e YouTube provano a fare pace con gli inserzionisti

    Aditya RaghunathBy Aditya Raghunath24/09/2020 Mercato Azionario 2 min. di lettura
    Facebook, Twitter e YouTube provano a fare pace con gli inserzionisti
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    Secondo un rapporto del Financial Times, Facebook Inc (NASDAQ:FB), Twitter Inc (NYSE:TWTR) e Alphabet Inc (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOGL) si sono riconciliati con i grandi inserzionisti in merito al tema dei contenuti dannosi.

    Nel tentativo di gestire con gli inserzionisti le ricadute in seguito alle campagne di boicottaggio avvenute a luglio, le piattaforme di social media hanno accettato di implementare alcuni nuovi protocolli per la gestione dei contenuti.

    Cosa è successo Nella discussione mediata dalla Global Alliance for Responsible Media (GARM), guidata dalla World Federation of Advertisers, le piattaforme social hanno concordato quasi 11 categorie comuni riguardo ai contenuti dannosi, secondo quanto riferito dal FT; si è anche giunti a un consenso per quanto concerne lo sviluppo di un meccanismo di tracciamento per ciascuna di queste categorie.

    La GARM è supportata da organismi come l’Associazione Nazionale degli Inserzionisti statunitense e da marchi leader come Unilever NV (NYSE:UL).

    Le categorie comuni punteranno a migliorare la moderazione dei contenuti; il nuovo sistema di controllo dovrebbe essere lanciato alla seconda metà del prossimo anno, ha osservato il FT.

    Perché è importante Con l’approccio sulla moderazione dei contenuti concordato di recente, gli inserzionisti otterranno un vantaggio analitico; i dati standardizzati sugli annunci in ciascuna piattaforma potrebbero anche rivelarsi utili per gli inserzionisti al fine di eseguire analisi comparative sulle prestazioni.

    D’altra parte, molti pensano che l’accordo abbia un maggiore significato per le aziende piuttosto che per gli utenti di Internet; Marietje Schaake, ex membro del Parlamento Europeo e attualmente facente parte del Cyber Policy Center dell’Università di Standford, ha commentato al FT: “questo è un altro esempio di aziende che stabiliscono le regole, dove invece i governi democratici hanno trascurato di farlo”.

    Schaake ha proseguito, affermando che “anche se gli inserzionisti sono felici, non penso necessariamente che questo sia un passo nella giusta direzione per la democrazia”.

    Movimento dei prezzi Nel pre-market di mercoledì le azioni Facebook erano in rialzo dello 0,4%, a 255,80 dollari; al momento della pubblicazione del presente articolo, le azioni Twitter erano in aumento del 2,2%, a 43,67 dollari, mentre le azioni di Classe C di Alphabet erano in calo dello 0,3%.

    Financial Times pubblicità digitale Social media YouTube

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